9.21.2006

Desense

E poi forse berrò
ferita e furore
brandendo l’arma nell’ira viva
scampata l’anima al golfo
insensato
insenatura del corpo antico
antiquato bastardo
bastantemente imbastito
bastimento incagliato
bieco bacato
tragico vivo legno tarlato.

Ringhiare alle sbarre
l’eterna prigione
le viti i tralicci l’alta tensione
urlare nel collo della bottiglia
le gambe mozzate ridotte in poltiglia
moneta lanciata mai più ritrovata
la testa o croce i mondi veleni
le menti pensanti i colletti pesanti
la prova di forza indurita la scorza
la rabbia di schiuma di bava
alla bocca.

Farsi sottile apporre le mani
azzurrità d’una violenza estrema
la lama alla gola che taglia
o l’uccide è solo scena
il morbo amovibile
rimane
la più grande pena


Marombra

25 Commenti:

Blogger alivento ha detto...

si capisce che sono nera?

9/21/2006 10:07:00 PM  
Blogger gugl ha detto...

sì, ma per sfogarsi ci sono anche altri sistemi: non puoi scrivere una poesia al giorno e pensare che ognuna resisti al tempo.

9/22/2006 07:52:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

s'intuisce che sono pigro?
buona giornata (ache ai neri)!
(mi accingo a chiudere gli occhi e a tentare di dormire un po')

VP

9/22/2006 10:00:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Io per sfogarmi ho comprato un sacco da boxe che prendo a pugni puntualmente ogni mattina (visto anche che ho smesso di fumare... HAAAAAA!!!!).

Comunque anche Pasolini scriveva (pare) una poesia al giorno e mi sembra che abbiano tutte resistito al tempo... ma certo una rondine non fa primavera... anche i miei tempi di gestazione si sono dilatati (col tempo) e ho notato che non è tanto l'insistere ostinati su una stessa poesia quanto il lasciarla decantare che ne rivela aromi e difetti.

Una nota sulla musicalità: se la si vuole usare anche come complemento semantico i suoni devono restituire quello che si vuole raccontare.
Per dirla in altri termini se sei "nera" e di questo vuoi parlare l'uso di suoni "morbidi" fa perdere qualcosa all'efficacia comunicativa del testo.

A proposito di musica: Ascolti musica barocca?
Se non lo fai provati almeno a cercare le fantasie di Bach per organo o qualche sua sonata per violoncello... è uno dei grandi maestri del contrappunto.

Baci Ali

Mrc

9/22/2006 12:47:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ma il sig. VP fa i turni di notte?
O è un puro nottambulo come tanti (me compreso)?
Cas

9/22/2006 12:49:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

nottambulo, sì! ma non mi fanno riposare.

VP

9/22/2006 01:08:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Ma no Golf questa l'ho scritta prima d'essere nera, con un'impressionante alito di preveggenza, ieri sera l'ho soltanto definita ed è stato facile come bere un bicchier d'acqua, veleggiando sull'onda di emozioni negative.
Però a Swan è piaciuta, vedi su foglidiparole.
Inoltre il mio modello è la Dickinson, quando morirò dovranno trovare 1500 mie poesie.
Al momento sono a circa 350 in quasi tre anni. La media non è di una al giorno.
Resistere al tempo è cosa che non dipende solo da me o dalle mie poesie ma anche da altri e dalla sorte dei blog nel tempo.

Caro Cas, io sono una donna, dolce e gentile sono aggettivi che mi si confanno, anche quando provo rabbia e dolore non riesco a rinnegare del tutto la mia natura. Se la mia poesia dice questo, dice solo quello che sono.

VP, questo tuo modo di commentare è praticamente un'esclusiva, lo dovresti brevettare. :)

A saperlo che non dormivate neppure voi sarei stata tutta la notte online, praticamente non ho quasi dormito.

9/22/2006 03:38:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

PS. Grazie dei consigli "musici" mrc

9/22/2006 03:39:00 PM  
Blogger gugl ha detto...

cara ali, 350 diviso tre fa circa 115. 1500 diviso 115 fa poco più di 13. Non vorrai mica lasciarci così presto? :-)

9/22/2006 04:31:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Però Stefano, poeta, letterato, intellettuale e pure matematico.
Che fai mi rubi il mestiere? ;)

La risposta alla tua domanda è che neanche quello dipende da me. Credo.

9/22/2006 05:13:00 PM  
Blogger gugl ha detto...

già, però se la vita la costruisci secondo natura, lei non ti tradisce. Se la forzi secondo cultura, ti spiazza.

9/22/2006 06:44:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Osserva!!! - affermò il saggio - quel poeta scriveva una poesia al giorno ed è vissuto centonove anni.

AZZZZZ - rispose Matusalemme - SCRIVERE POESIE PORTA DAVVERO SFIGA!!!!!!!

9/22/2006 06:48:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

hehehe Artur certe volte... :)

9/22/2006 06:55:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Sei diventata nera nera neraaaaa
sei diventata nera .....
come il carbon!!!!

---------

Ma come mai questa inversione di colore?
Quale mal vento portò questa iattura?
Fosti forse colpita da scorbuto?
Oppure fu una botta di calore?
Che riversossi a tutto spiano addosso?
Ora che a guisa di femmina moresca
ti presenti in questo singolar agone
ed affermi con gioia il cambiamento
non ci resta che far buon viso ad esso
e sperar che non diventi d'uso
frequente il cambiamento avito
perchè in tal caso sarebbe sconveniente
fare apprezzar tale vestimento
di giorno in giorno qual camaleonte
un dì da nera fantesca ti presenti
un altro dì bianca presenza ostenti.

Maro'!!!

9/22/2006 06:58:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Marco, non solo certe volte, direi assai spesso :)

Artur, questa qui sopra è la tua miglior poesia da un pò di tempo a questa parte, ottimo ritmo, anche il cambiopasso finale di

"un dì da nera fantesca ti presenti
un altro dì bianca presenza ostenti."

Col tuo permesso, un dì la posterei qui, unitamente a quel capolavoro di Alimortè.

Il tutto col titolo "la grande ironia"

9/22/2006 08:48:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Artur, ti ricordo che non sei ancora venuto a commentare da Vocativo, se lo fai e il tuo commento prende forma di recensione ti aggiungo a quelle postate sotto. Se è una stroncatura te la tieni però, non mi serve.
Grazie. :)

9/22/2006 08:51:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Scrivere, scriverti, ritrarti. Impregnarti
i capelli di tutte le
parole trattenute, sospese nell'aria, nel tempo, in
quel ramo di cortés carico di fiori gialli la cui
bellezza mi fa rizzare i capelli quando scendo
sola per strada pensierosa. Definire il mistero, il
momento preciso della scoperta, l'amore, questa
sensazione d'aria compressa dentro il corpo sinuoso,
l'esplosiva felicità che mi fa piangere e mi colora
gli occhi, la pelle, i denti, mentre divento
fiore, edera, castello, poesia, tra le tue mani che mi
accarezzano e mi sfogliano, facendo sorgere parole,
sconvolgendomi tutta, grondante del mio
passato, della mia infanzia, di ricordi felici,
di sogni, di mare che si infrange
contro gli anni, sempre
più bello e più grande,
più grande e più bello.

Come posso ghermire l'illusione, stringerla tra le mani e
liberarla davanti a te come una colomba felice
che voli via
a scoprire la terra dopo il diluvio; scoprirti fin
nelle pieghe più sconosciute, impregnandomi di te
lentamente, come una carta assorbente,
perdendomi,
perdendoci tutti e due, nel mattino in cui
abbiamo fatto l'amore
con tutto il sonno, l'odore, il sudore della notte
salata sui nostri corpi, inzuppandoci d'amore,
facendolo grondare in grandi immense onde,
immergendoci nell'amore, bagnandoci con
l'amore che ci
soverchia.

(Gioconda Belli)

9/23/2006 07:53:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

UAUUUU :)))

ma cosa si può rispondere a uno scritto così? è poesia anch'esso.
Molto passionale, il finale ma io trovo questo passaggio splendido:

"Definire il mistero, il
momento preciso della scoperta, l'amore, questa
sensazione d'aria compressa dentro il corpo sinuoso,
l'esplosiva felicità che mi fa piangere e mi colora
gli occhi, la pelle, i denti, mentre divento
fiore, edera, castello, poesia, tra le tue mani..."

9/23/2006 08:18:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

e poi quest'altro, è bellissimo

"Come posso ghermire l'illusione, stringerla tra le mani e
liberarla davanti a te come una colomba felice"

9/23/2006 08:33:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Quando giungerò alla vecchiaia
se ci giungerò
mi guarderò allo specchio
e conterò le rughe
delicata orografia nella mia pelle distesa.
Quando potrò contare i segni
che han lasciato le lacrime
e le ansie
e il mio corpo risponderà con lentezza
ai miei desideri,
quando vedrò la mia vita
scorrere in vene azzurre,
in profonde occhiaie, ...
So che il mio cuore manderà ancora
ribelle
il suo ticchettio
e i dubbi e i vasti orizzonti
saluteranno ancora
le mie mattine.

(Gioconda Belli)

9/23/2006 08:55:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Gioconda Belli è una rivoluzionaria, è "la Pasionaria" per eccellenza

I
L'uomo che mi amerà
dovrà saper aprire il velo della pelle,
scoprire la profondità dei miei occhi
e conoscere quello che si annida in me,
la rondine trasparente della tenerezza.

II
L'uomo che mi amerà
non vorrà possedermi come una mercanzia,
né esibirmi come un trofeo di caccia,
saprà stare al mio fianco
con lo stesso amore
con il quale io starò al suo.

III
L'amore dell'uomo che mi amerà
sarà forte come gli alberi di ceibo,
protettivo e sicuro come quelli,
limpido come una mattina di dicembre.

IV
L'uomo che mi amerà
non dubiterà del mio sorriso
né temerà l'abbondanza dei miei capelli,
rispetterà la tristezza, il silenzio
e con carezze toccherà il mio ventre come chitarra
perché sgorghi musica ed allegria
dal profondo del mio corpo.

V
L'uomo che mi amerà
potrà trovare in me
l'amaca dove riposare
il pesante fardello delle sue preoccupazioni,
l'amica con cui dividere i suoi segreti più intimi,
il lago dove nuotare
senza paura a che l'ancora del compromesso
gli impedisca di volare quando gli succeda d'essere uccello.

VI
L'uomo che mi amerà
farà poesia con la sua vita,
costruendo ogni giorno
con lo sguardo posto al futuro.

VII
Però, sopra ogni cosa,
l'uomo che mi amerà
dovrà amare il popolo
non come una parola astratta
estratta dalla manica,
ma come qualcosa di reale, concreto,
al quale rendere omaggio con azioni
e dare la vita se è necessario.

VIII
L'uomo che mi amerà
riconoscerà il mio viso nella trincea
ginocchio in terra mi amerà
mentre spariamo insieme
contro il nemico.

IX
L'amore del mio uomo
non conoscerà la paura del darsi,
né temerà scoprirsi alla magia dell'innamoramento
in una piazza piena di gente.
Potrà gridare -ti amo-
o mettere striscioni dall'alto delle case
proclamando il suo diritto a sentire
il più bello e umano dei sentimenti.

X
L'amore del mio uomo
non fuggirà dalle cucine,
né dai panni del figlio,
sarà come un vento fresco
portando via tra le nubi del sogno e del passato,
le debolezze che, per secoli, ci hanno tenuti separati
come esseri di distinta statura.

XI
L'amore del mio uomo
non vorrà definirmi o etichettarmi,
mi darà aria, spazio,
alimento per crescere ed essere migliore,
come una Rivoluzione
che faccia di ogni giorno
l'inizio di una nuova vittoria
.

9/23/2006 09:02:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

un bacello :-) a.

9/24/2006 12:11:00 AM  
Blogger alivento ha detto...

Artur, visto che il mio impegno rivoluzionario è praticamente inesistente, cambierei la VII e la VIII, il resto potrebbe essere sottoscritto da qualunque donna che non sia una donna qualunque. Dunque bella poesia, e un comune sentire.

Lucio, noto che hai già le idee ben chiare, candide, bianco latte direi o come neve? ;)

Anto, grazie. E torna eh.

9/24/2006 05:12:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Idee bianche.
Come la neve.
Come le notti in.
Come le ali
di un angelo.

9/26/2006 01:56:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Stefano, ma perchè mai poi dovrei pensare che le mie poesie resistano al tempo? Una fragilità scomposta che mi consuma e un'unica trama per aggrapparvi l'anima. Questa è stata per me la poesia. Ha permesso a me di durare, non posso pretendere che essa duri a sua volta.
E' libera, faccia un pò quel che creda sia bene fare.

Lucio, cito a memoria, spero di non sbagliare
"Lei mise prima i piedi nel dolore
poi le ali di un angelo
ed infine la coda di una sirena"
Ti ricordi? Me l'ha fatta tornare in mente l'ala d'angelo. Quante ne abbiamo passate io e la tua mamma! :)

9/27/2006 12:06:00 AM  

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