Crisalide
Di vuoto in vuoto
e sulle punte
un filo teso scosceso
sul viso che non vedo.
Burrone di agavi e rami
travi di legno sospese
a strapiombo e catena.
Coniugare raffiche e infinito
la gomena la passerella
l’arbusto alle pareti
agitare le braccia per restare
in equilibrio e in vita.
Nel buio trasparente
nuotare d’occhi ciechi
insistere e pregare
a piedi giunti sull’altare.
Il tempio con la crepa
la scala che si piega
corteccia da spezzare.
Nell’assenza camminare
in successione rapida saltare
di tronco in foglia
di stelo di in stella
mormorare d’essere fonte
dischiusa in felci primitive
gorgogliare fresca d'acqua
ruscello tra le dita
nodo perdono filare
lentamente saliva
nel bozzolo mutare
di seta sprofondare.
Marombra
e sulle punte
un filo teso scosceso
sul viso che non vedo.
Burrone di agavi e rami
travi di legno sospese
a strapiombo e catena.
Coniugare raffiche e infinito
la gomena la passerella
l’arbusto alle pareti
agitare le braccia per restare
in equilibrio e in vita.
Nel buio trasparente
nuotare d’occhi ciechi
insistere e pregare
a piedi giunti sull’altare.
Il tempio con la crepa
la scala che si piega
corteccia da spezzare.
Nell’assenza camminare
in successione rapida saltare
di tronco in foglia
di stelo di in stella
mormorare d’essere fonte
dischiusa in felci primitive
gorgogliare fresca d'acqua
ruscello tra le dita
nodo perdono filare
lentamente saliva
nel bozzolo mutare
di seta sprofondare.
Marombra
11 Commenti:
ti segno i passaggi che trovo migliorabili:
"pregare
a piedi giunti sull’altare."
(l'immagine ha poca forza)
"Il tempio con la crepa
la scala che si piega
corteccia da spezzare."
(troppo scanditi gli emistichi)
"dischiusa tra le felci
primitive
gorgogliare nell’acqua
fresca" (troppo meccanici gli a-capo)
ciao
Schianti percossero il mondo
al mio passaggio irruento
orrorifico essere malvagio
dell'egoismo prepotente
E' mia natura esclamavo
mentre tutto distruggevo
ma la paura che incutevo
gelava anche cio che amavo
Una scia di rovine
un sentiero di morti
dietro di me il destino
davanti a me la luce del mattino
La vita all'incontrario
mi è stata data in sorte
son nato con la morte
morrò dentro la luce del mattino.
Ecco alfine son giunto
dove mi ha spinto il fato
a lungo l'ho cercato
il luogo designato
Ora son chete brame
istinti distruttivi
fuochi d'ira mortale
famelici desii
Resta solo la pace
che mi spinge a scavare
una solida tana
dove potrò sognare
Umido e caldo il posto
così mi piace stare
trito boschi e foreste
per poterlo isolare
la frenesia che preme
mi spinge ad affrettare
l'opera che ho intrapreso
che devo completare.
Tutto è compiuto ormai
nel buio della montagna
rinchiusi tutti i varchi
mi accingo a riposare
Lento mi lascio andare
alle malie del sogno
secerno una corazza
per potermi isolare
Perso in un sonno eterno
dimentico me stesso
lenti i ricordi sfumano
quale rugiada al sole
Resta di me ben poco
anche il mio corpo cambia
trasfuso in altra essenza
cambio la vita in vita.
L'immagine che trovi avere poca forza ho esitato a lungo prima di mantenerla, non si prega infatti a piedi giunti su un altare ma a mani giunte, Stefano, usare piedi al posto di mani è quasi blasfemo. Sono i piedi giunti prima di saltare o forse il fatto d'essere supina e con i piedi rivolti verso l'altare.
Gli emistichi, credo, debbano essere scanditi per dare il senso della frantumazione dell'altare, dell'ascesa, della scorza, che è protezione corporea del nucleo elementare.
L'ultima osservazione la condivido, sarei lieta di migliorare se mi suggerissi come. Gli a capo così disposti, a mio avviso, avrebbero dovuto rendere il tempo della mia lettura ma non è detto che sia la migliore.
Ti ringrazio dell'attenzione, Stefano.
Artur, :)
è una tua composizione, ovviamente. E' nata dopo (1) la lettura della mia o prima?
In ogni caso grazie, un po' di più nel caso n. 1, della condivisione.
...mormorare d’essere fonte
dischiusa in felci primitive
gorgogliare fresca d’acqua
ruscello tra le dita
nodo perdono filare
lentamente saliva
così che te ne pare, Stefano?
mi piace che motivi le tue scelte. è così che si deve fare, là dove si è comvinti.
il finale potrebbe andare bene anche nella prima versione, può essere che le rime baciate + gli accenti (mi pare, ad occhio) uguali sia una simmetria troppo forte. La soluzione alternativa rischia di essere troppo enigmistica.
ciao
Stefano il finale intendevo mantenerlo perchè è fondamentale, tra l'altro dà il titolo alla composizione.
Le modifiche riguardavano i due aggettivi fresca e primitiva, la modifica proposta mi convince, dunque passo ad eseguire.
Non si migliora se non ciò che val la pena di migliorare, perciò ti sono grata dei suggerimenti. :)
Son partito dalla mia personale visione del titolo.
L'ho scritta all'impronta non ha fatto ancora il collaudo e non ha nemmeno il certificato di nascita.
bene.
non trovo più il post della spongata, te lo dico qui allora. è un gelato, una grande coppa piena di gelato di vario gusto con sopra un liquore. stefano stasera il tuo blog non funziona. buona notte a.
non funziona neanche adesso. boicottaggio? :-)
anche la spongata non mi sembra male.
Adesso funziona! :)
Ma la spongata è un attentato alla linea! Immaginate adesso che qui ci sia una faccina che si lecca i baffi.
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