10.01.2006

Atto laico di dolore

La mia cultura è poco e la mente fioca
non ho conosciuto regole e leggi e nessuno
dell’ordine dell’universo mi ha insegnato
ad amare la sua natura grande
e umile. Ho offeso con la mia stupidità
la legge della vita, l’infinita innocenza
della sua crudeltà. Adesso ho un cuore nobile
ma la mia carne è pietra.

Beppe Salvia

17 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

for the greater good of god

buona giornata a tutti!

VP


p.s.
sono già proiettato oltre per cui non ho bisogno di addolorarmi con atti laici e non

10/02/2006 09:39:00 AM  
Blogger gugl ha detto...

comincia scoprire autori dimenticati (ma non troppo, oggi)?

10/02/2006 11:23:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Viaggio metropolitano

Aggancio sinergico di vagoni dipinti
Recanti scampoli di vite vissute
Turbolenze si propagano in vortici
Ululanti che trascinano cartacce
Rutilanti pezzi di riviste ormai scadute

Blasfemo interloquire di messaggi
Lucide intersezioni di binari infiniti
Oppressi dall'inconsistenza del divenire
Recanti arrancanti viaggiatori delusi
Dall'imponderabile leggerezza dell'essere.

10/02/2006 12:03:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

StaDIO

Intonsi rotoli di carta vellutata
Sobbalzano sull'erba del prato
Orde di barbari in preda a malattia
Lamentano il dissenso degli Dei
Aria fumosa spande lacrime intorno
Disperse grida sobbalzano dal fondo
Ingiurie piovono dall'alto dei bastioni
Arroganti eroi dai muscoli di cristallo
Rincorrono l'oggetto del desiderio
Torvi condottieri studiano strategie
Ululano ordini ai loro palafrenieri
Ritmi tribali segnano le azioni
Occhi ansiosi di scorgere la meta.

10/02/2006 12:18:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

VP perchè non ci rendi partecipi delle tue proiezioni? Non puoi lasciarci così a sbavare di curiosità!

Stefano, tanto dimenticato questo non è, un buon metro di non dimenticanza è trovarlo su wikipedia (ogni tanto mi chiedo, nobel a parte, se almeno a wikipedia ci arriverò, magari citata come amica tua o di anto :D)
La cosa che mi colpisce ogni volta è scoprire quanti poeti di versi profondamente dolorosi (come questi) siano morti suidici. Sembra quasi una predestinazione, un canto del cigno, un vomitare l'anima e poi lasciare questa terra, trasposto ormai lo spirito tutto intero e afflitto nelle piaghe delle parole.
Questa scoperta in me genera turbamento mi sembra la prova, come peraltro molti prima di qui mi hanno detto, che la poesia non è la salvezza, per alcuni al contrario può rappresentare un viaggio di non ritorno. L'imprimatur della sofferenza esposta è appunto il privarsi della vita che non dà loro neanche la certezza di non essere dimenticati. Probabilmente ai poeti morti suicidi il fatto che poi fossero o meno ricordati non importava affatto, probabilmente avevano pienamente compreso la infinitesima importanza di qualunque vita.

Artur, ti leggo in vena poetica. Un viaggio recente? Sei andato all'olimpico?

10/02/2006 04:53:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Fra cento anni ci incontreremo sul Parnaso.
IO sono quello che sta leggendo i fondi del caffè vicino alla fontana dei quattro cavalieri dell'apocalisse.

10/02/2006 06:17:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

MI fa piacere che hai riportato il riferimento a Beppe Salvia che ho anche trascritto sulla mia Isola (quella principale, non il blog).

Le poesie scritte nascondono un semplice segreto.

10/02/2006 06:21:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Musa metallurgica

Accanita ricerca semantica
Lega la volontà del divenire.
Impari l'arte dei componimenti
Versando leghe metalliche
Entro i confini dell'io nascosto.
Nessuna concessione attenua
Turbamenti che esaltano rime
Occultate dietro mura di ottone.

10/02/2006 06:36:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

I poeti suicidi sono pienamente in linea con le statistiche.

Forse se ne parla e sembrano tanti perchè son poeti e, a mio parere, l'esserlo ha procastinato il loro appuntamento finchè non hanno avuto qualcosa, per loro, importante da dire.

Far poesie distoglie dalla morte proprio perchè la si affronta, come del resto si affrontano tante altre cose.

10/02/2006 06:41:00 PM  
Blogger gugl ha detto...

far poesie e siucidarsi, come dice artur, sono due cose differenti. e comunque la poesia non salva un bel niente: a volte nemmeno la lingua italiana:-))))

10/02/2006 09:12:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

anche la mia
mamma
la coltiva
sul balcone
la salvia

si salvi
chi può








































c





































-

10/02/2006 10:40:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

In che senso sono pienamente in linea con le statistiche, Artur?
Le statistiche dicono che la professione a più alta mortalità è quella di barista. Mah
Il riferimento del link intendi? Quello l'ho trovato su internet con i motori di ricerca.

Dunque Stefano non trovi che ci sia un'alta percentuale di poeti suicidi?

10/02/2006 10:41:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Luciooooo. Che salvia mi combini?!
:DD

10/02/2006 10:42:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Di Poeti suicidi ce ne sono diversi ma se calcoliamo la percentuale di suicidi in tutti i mestieri o professioni non è che fra i poeti si nascondano più suicidi di altre categorie.
Il fatto è che fanno più notizia di ingegneri suicidi o di pizzaioli suicidi.
Sulle motivazioni, poi, potremmo dire che si nascondono nelle pieghe del vissuto di ciascuno, nella formazione intellettuale e anche in una tara genetica che predispone al suicidio stesso.
Nè più e nè meno le stesse cause che sono alla base di qualsiasi suicidio.

Hai scoperto il segreto delle poesie?

10/03/2006 09:36:00 AM  
Blogger alivento ha detto...

No Artur, desidero che sia tu a rivelarmelo, a meno che il segreto non stia nel fatto stesso che sono scritte, dunque tramandabili, diffondibili, leggibili e rileggibili. In questo senso ancor meglio se fossero stampate.
Quale affidabilità in tal senso ha il web secondo te?

10/03/2006 09:57:00 AM  
Blogger alivento ha detto...

Ed infine ecco per te la mia risposta poetica all'arcobaleno dell'attenzione.

Così fu un pugnale
che aprì il varco
e lo squarcio.
Così nacquero parole
ovvie per molti versi
ingnote.
Nel petto nudo l'incendio
nell'ileo il bisturi tremendo
che scava l'ordine
fino in fondo che rivolta
le zolle.
Astro nascente e puro
gola calda diletta
sia la tua voce alba
sia questa strada
sopraelevata alta.

10/03/2006 10:19:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Furono giorni lunghi e felici
Insidiati dalla troppa gelosia
Nati da uno scoppio del cuore
E resi importanti da una finta sensazione
Di eternità che è dolce illusione
In ogni storia di impetuosa passione.
Un sassolino si insinuò nella scarpa
Nodi vennero al pettine ad uno ad uno
Amare calunnie fecero marcire frutti maturi
Mordendo i quali si deliziavano gli amanti
Ora tutto è nascosto dalla nebbia del dubbio
Ridono i folletti che fanno contorno al rimpianto.
Erinni banchettano sul catafalco dell'Amore.

10/03/2006 10:25:00 AM  

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