9.28.2006

Oscillante

Mondo infame e infelice
che vieni ogni giorno
a poggiarti sul collo
e le spalle che il perno
sostengono ed il peso
del gigante d’atlante.

Un giorno morente
di bellezza invisibile
chiuderai gli occhi buoni.

Un giorno sanerai
d’impossibile errore
il firmamento profondo.

Così nutrirai l’erba alta
che ondeggia in rapite visioni
così accetterai la tua croce
che salva la rosa con nome.
Movimento torbido del timoniere
come fremito rimescola il fondo
la strettoia il gomitolo il buco
la virgola il cenno d’intesa
il nesso divelto di cosa
sia insostenibile attesa.


Marombra

33 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Chissà se soffre di torcicollo (Atlante)?
Ricordi la pubblicità dello sciroppo nella quale le statue si animavano e tossivano, che tristezza pensare che le cose possano avere una sensibilità, la loro sarebbe una vita orribile; adesso ad esempio c’è un lungometraggio con le automobili parlanti, allora penso “e se gli si poggia sulla fiancata una mosca che gli fa il solletico, come riuscirà a grattarsi, forse struscerà la carrozzeria contro un muro?" Terribile, centinaia d’euro di danni per la gioia del carrozziere (dalle mie parti ‘battilamiere’, descrittivo, non credi?)!
Forse sono andato un po’ fuori tema!?!
Saluti
______Antonio.

9/28/2006 11:14:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Probabilmente l'affliggono (Atlante) i dolori alla cervicale.

Quando si divaga il testo di una poesia o è troppo scuro o troppo oscuro, ed allora due righe sul solco.
Certe mattine che inizia il giorno non ti è mai capitato di sentirti il peso del mondo sul collo? E non per la mole dei problemi personali ma per quelli seri e gravi d'altri, ad esempio le repressioni totalitarie. Ho ascoltato un servizio sull'argomento. Le terzine succcessive ala prima strofa sono la soluzione. I primi quattro versi dell'ultima strofa la rassegnazione alla soluzione. L'ultima parte un richiamo alla realtà personale. La chiusa è l'attesa che è compagna d'ogni umana vita, attesa di qualcosa che deve accadere e mai accade, che si desidera o si teme, attesa della soluzione finale. La stessa delle terzine.

9/29/2006 06:39:00 AM  
Blogger alivento ha detto...

A proposito della sensibilità delle cose, mi accorgo che spesso le chiamo a partecipare o attribuisco loro le mie stesse emozioni. Il mio mondo "cosaico" o "cosastico". Marco mi psicanalizzerebbe sul punto. Allora lo anticipo, è una radicale e radicata sfiducia nei miei simili. In effetti dovrei rivolgermi al mondo animale (magari scrivere poesie su quanto siano "umani" gli animali) ma quello delle cose mi sembra meglio partecipi della consapevole ed ineluttabile solitudine esistenziale.

Battilamiere è un termine molto efficace, mi fa pensare, tra l'altro, ai robot giganti dei cartoni manga.

Saluti cari, Antonio

9/29/2006 06:47:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

erba che ondeggia in rapite visioni: never let me down again (inevitabile)!

VP


p.s.
buona giornata a tutti! (mentre sbadiglio e non posso addormentarmi)

9/29/2006 10:08:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Nacqui all'improvviso
frutto di naturale ardore
consapevole particella
d'infinita coscienza.

Nacqui leggero e libero
d'amore subissato
ma il fato eterno incomodo
un libro mi ha affidato.

Per anni ed anni ed anni
riempì per me le pagine
segnando impegni ed oneri
obblighi e seri scrupoli.

Ora io mi ritrovo
con chiuso nel mio petto
quell'oneroso tomo
ingombrante oggetto.

Costretto mio malgrado
a sopportare il peso
di una vita ingannevole
che mi avvolge e mi stritola.

Non puoi sottrarti ad essa
perchè il libro è il tuo cuore
ti da la gioia di vivere
e nutre il tuo dolore.

Solo se te lo strappi
potresti liberarti
ma questo vorrebbe dire
consegnarti alla morte.

9/29/2006 11:21:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

I'm so tired and I can't sleep

VP


p.s.
visto che stamane s'è presa questa piega...

9/29/2006 11:51:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

I'm on my time with everyone
I have very bad posture

Sit and drink Pennyroyal Tea
Distill the life that's inside of me
Sit and drink Pennyroyal Tea
I'm anemic royalty

Give me a Leonard Cohen afterworld
So I can sigh eternally
I'm so tired I can't sleep
I'm anemic royalty
I'm a liar and a thief
I'm anemic royalty

I'm on warm milk and laxatives
Cherry-flavored antacids

Sit and drink Pennyroyal Tea
Distill the life that's inside of me
I'm anemic royalty

(Pennyroyal Tea - Nirvana)

Sono puntuale con tutti
Ho un atteggiamento molto brutto
Siedo e bevo il tè Penny Royal
Distillo la vita che è dentro di me
Siedo e bevo il tè Penny Royal
Sono anemico di regalità
Datemi quel che è rimasto dopo Leonard Cohen
Cosicché io possa singhiozzare in eterno
Sono così stanco che non riesco a dormire
Sono un bugiardo e un ladro
Mi siedo e bevo il tè Penny Royal
Sono anemico di regalità
Sto prendendo latte tiepido e lassativi
Antiacidi al gusto di ciliegia
Siedo e bevo il tè Penny Royal
Distillo la vita che è dentro di me
Siedo e bevo il tè Penny Royal
Sono anemico di regalità

9/29/2006 01:07:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

dal primo ascolto si è conficcata dentro di me e non ne uscirà più

VP

9/29/2006 01:28:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

forse è meglio:

alla morte consegnarti.

9/29/2006 04:13:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

VP, quello dell'erba che tu hai pensato è uno dei rimandi, ma l'erba alta cresce anche sulle tombe, l'erba alta sono soprattutto i grandi desideri che prima o poi trovano in ogni modo soddisfazione. Infine l'erba alta è anche l'immagine di quelle immense distese di verde che si piegano al vento e sembrano un mare.

Si Artur, l'ultima modifica è meglio

VP, grazie dei rimandi musicali, (ad Artur grazie del testo integrale e della traduzione), come vedi VP non finisco mai di ringraziare, ringrazierei anche qualche ora di sonno ristoratore che si degnasse di venirti a trovare

9/29/2006 04:40:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

chi non dorme si rivede.

9/29/2006 04:47:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

dipende dai periodi, nessun problema. ora gira così, ma poi ci sarà il periodo in cui diverrò narcolettico e nulla m'impedirà di dormire.

"Infine l'erba alta è anche l'immagine di quelle immense distese di verde che si piegano al vento e sembrano un mare."
Never Let Me Down Again, appunto! ;-)
(ed io all'Olimpico)


VP

9/29/2006 04:56:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Il peso del mondo sul collo? No, ho una vista sempre fortemente miope, le ingiustizie del mondo spesso mi disgustano, ma lasciano il tempo che trovano, sono le cose a me vicine che m’impegnano, è una questione di abitudine mentale, se allarghi troppo i tuoi orizzonti rischi di perderti e concludere nulla, 1.circoscrivere il problema 2.analizzarlo 3.risolverlo, è un algoritmo semplice ed efficace, se il terzo punto non è alla tua portata, passa avanti.
Sulla preferenza per il mondo animale, sfondi una porta aperta, oltre ad essere un appassionato cinofilo (ex-coinquilino d’un terribile cagnetto rossiccio, pestifero ed assolutamente anarchico… quanto mi manca!!!), ricordo un paio di ragioni per le quali facciamo brutta figura nel regno animale: gli animali non fanno la guerra, non coltivano la crudeltà (a parte l’orca con le foche, ma non s’è capito bene), non inquinano e non guardano Beautiful (e ti pare poco!).
Sui manga, non male ‘Gig, carrozziere d’acciaio’.

9/29/2006 11:18:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

L'ho mai detto in pubblico che adoro gli ingegneri?

9/30/2006 09:29:00 AM  
Blogger alivento ha detto...

poichè antonio ha messo il dito nella piaga alle sue indovinate provocazioni risponderò più tardi

adesso devo risolvere un problema sul PC col metodo: circoscrivere- analizzare-risolvere

nel caso non risolvessi in giornata tarderò a riconnettermi (è ovvio) però Vi penserò (questo è meno ovvio) e Vi abbraccio tutti (questo è assolutamente non ovvio) :)))

9/30/2006 09:50:00 AM  
Blogger gugl ha detto...

è meno ovvio per tutti ma non per me:-)))

9/30/2006 11:57:00 AM  
Blogger alivento ha detto...

Antonio, temo che tu abbia proprio individuato una mia debolezza. Questa volontaria tortura a cui si sottopone lo spirito in un processo che, da un lato, è immedesimazione, dall'altro è ricerca di una possibile soluzione rispetto a fatti, a vicende umane nelle quali davvero il singolo da solo non può assolutamente niente, rispetto alle quali non bastano i metodi del dialogo, della mediazione, del rispetto, laddove il rispetto della vita umana ha poco senso, dove rispetto della persona e dei diritti ne ha poco altrettanto, dove la soluzione passa comunque e sempre per l'uso della forza, la gestione del potere, per l'imposizione: per le armi passa comunque il filo di una democratica pacificazione.
Allora è semplice dire non è un problema mio, che non è l'atteggiamento "struzzesco" del nascondere il problema, ma quello saggio di capire che non è alla mia/nostra portata il risolverlo e, pertanto, è bene non farsene carico non farsene coinvolgere emotivamente e, ovviamente, operativamente.
Ora, in cosa consiste la mia debolezza? Nell'afflizione che nasce intimamente spontanea quando ho conoscenza di situazioni del genere. Per la semplice ragione che io trovo nel nostro quotidiano le radici di quella stessa barbarie che in certe situazioni, paesi, ambienti, vive acuta e indisturbata, prolifica storture, genera violenza, mentre nel nostro mondo, ambiente, cerchia appare diluita, mediata da tutt'altre norme, altra maturità civile, altra consapevolezza sociale, ma il fondamento di ogni desiderio di sopraffazione ha proprio radici nella nostra natura.
Ed ora non mi dire che su questo non c'è niente da fare perchè lo so molto bene e poichè non sono in grado di migliorare neanche l'ambiente ristretto in cui vivo ed opero, per quanto mi sia impegnata a farlo, senza successo o, forse, sbagliando sistema, per varie ragioni che non ti sto ad elencare, canalizzo le enegie mentali nella poesia. Tutte quelle che avrei voluto/potuto spendere altrimenti, pensa un pò che danno immenso che avrei potuto fare ;)

Questa è una spiegazione, o almeno una di quelle che mi sembra possano andare della mia scelta di scrivere poesie, però forse sono uscita fuori tema...in ogni caso concordo pienamente sul fatto che nel lavoro e nella vita occorre riportare sempre l'attenzione sulla criticità da risolvere perchè è un ottimo modo di operare, ma passare avanti non serve per fare poesia :)))

Per finire io ho un'amica gatta, ci stimiamo a vicenda, siamo cresciute assieme e ci capiamo al volo :)

9/30/2006 04:39:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

C'è qualcosa che mi esalta
nel modo in cui proponi le tue idee
abbassi la voce, ti atteggi pensosa
e leggi il segreto dei pensieri...
C'è un non so che di soffice
e nebuloso nel tuo sguardo
quando parli delle tue storie
e torturi qualcosa con le dita...
Ma quando avverrà, quando capirai
la nostra vita è un film
è un palazzo di ghiaccio in riva al mare...
C'è un mistero sotto la tua pelle,
il sogno di un profumo
di terre lontane, di vicine armonie
di rivoli di lacrime
ma quando accadrà, quando ti volterai
la vita finisce dove inizia il cielo
e non hai le scarpe giuste
per camminare sopra l'arcobaleno

9/30/2006 05:27:00 PM  
Blogger gugl ha detto...

se dici che tu e la gatta siete cresciute insieme, capiamo tutti che hai al massimo 15 anni:-)))

9/30/2006 05:33:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

L’empatia verso le altrui sofferenze è sintomo d’una sensibilità generosa e buona, il fatto che tu la declini nella tua poesia non è vano, contribuisce in qualche misura alla creazione di una consapevolezza sociale. Quasimodo dichiarava il dovere di appendere le cetre ai salici, al contrario è giusto essere cantori del mondo e non chiudersi nella propria afflizione. In generale credo che l’umanità proceda a piccolissimi passi verso albe sempre più chiare, nessun contributo si sciupa.
Circa la stima che il tuo gatto ti tributa… ne sei davvero certa??? (mai parlare bene dei gatti ad un cinofilo! I gatti: piccoli Giano bifronte dalle flessuose movenze, nelle cui orbite brillano pagliuzze infingarde).

9/30/2006 07:05:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

è incantevole la tua poesia Artur, ma è proprio tua? pensata proprio per me?

ma tu lo sai quanti anni ho Stefano, non te ne ho nascosto nemmeno uno, puoi anche dirlo pubblicamente che ho ventotto anni ;)

Antonio, incapace o impossibilitata a far di meglio per questa umanità di vittime e carnefici, io scrivo che ne soffro per il fatto stesso di farne parte.
Declino in poesia questo mio pensiero in decine di modi diversi. Di fondo la consapevolezza dell'ingiustizia di ogni condotta anche la più giusta, buona e saggia, e la fame infinita di verità destinata a non potere mai essere saziata. La pretesa di esserne depositaria, l'illusione di un trionfo dell'una e dell'altra così intimamente congiunte che sempre sfugge e mai s'avvera. Ecco perche disperatamente spero in un oltre dove verità e giustizia siano imperanti, dove ognuno trovi la sua pacificazione spirituale in una pienezza che qui, ora, in questa terra così fatta, così bella e nel contempo orrenda, è impossibile.
Sono logorroica adesso, dopo un periodo di silenzio, scusatemi, ecco un'altra ragione per cui scrivo poesie, dire tutto questo in quel modo è più bello.

9/30/2006 10:43:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

VP, ad essere sincera sincera mi sono accorta che il verso strizzava l'occhio all'erba ma la poesia tutto vuol essere tranne che un inno (allo) stupefacente.
D'altra parte, e per essere in tema, in genere ricorrere a certe forme di obnubilamento della coscienza altro non è che cercare la morte, rinunciare all'alternativa e anche a lottare, un po' come ho fatto io con la poesia, solo che la poesia è produrre, lasciare traccia e segno del pensiero, alla fine può diventare anchèessa una forma di resistenza ad oltranza, a lunga gittata e nel lungo periodo.

9/30/2006 11:08:00 PM  
Blogger gugl ha detto...

sta notte hai dormito: si vede che i ventotto anni ti stanno a pennello:-)

10/01/2006 08:05:00 AM  
Blogger alivento ha detto...

per essere sinceri a pennello me ne stanno sedici, la natura e il tempo sono molto più crudeli...o saggi

10/01/2006 10:12:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

"Infine l'erba alta è anche l'immagine di quelle immense distese di verde che si piegano al vento e sembrano un mare."

questa è semplicemente un'immagine che ho associato immediatamente al brano dei Depeche, tutto qui.
ma non perché vi potesse essere un qualche legame tra i versi dellla canzone (che non sono nulla di "brillante" pur sposandosi alla perfezione con suono e melodia) e quelli della poesia: l'associazione deriva dall'immagine del pubblico che agita le braccia durante l'esecuzione live del brano.

poi non sono mai stato concorde con l'interpretazione di NLMDA quale inno allo stupefacente.

buona domenica!


VP

10/01/2006 12:01:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Dormito bene VP? spero di si, io ho dormito nel pomeriggio e mi sento un cocomero ambulante.

La ola dei concerti/stadio effettivamente è un fenomeno molto suggestivo, simile ai prati d'erba alta ondulata dal vento.

10/01/2006 05:16:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Tornando ai gatti, Antonio, certamente non sono fedeli come lo sono i cani, ma riconoscono e giudicano il loro padrone e poi basta saperlo che non sono diposti a correre sempre al tuo richiamo piuttosto che ti vengono a cercare quando sono loro ad aver bisogno di te, del cibo ma anche, e con la stessa instenza, di carezze e coccole. In questo senso, mi sembra assomigliano molto di più agli uomini.
Ogni animale ha poi una sua natura e su questa si innesta il carattere: affettuoso, orgoglioso, curioso, sono aggettivi che ben possono descrivere un gatto.

10/01/2006 05:18:00 PM  
Blogger gugl ha detto...

anch'io, in quanto animale, ho una natura; l'importante è che no nsia una natura morta:-)

10/01/2006 06:26:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

la mia natura: ignorante, giacchè "mi sembra" regge il congiuntivo, mi sembra...
assomiglino!

circa la natura umana in genere mi astengo dal sentenziare per ora ma....replicherò patologia per patologia e pena per pena :)

10/01/2006 08:04:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

ho letto alcuni articoli dell'attenzione, il tuo laboratorio Stefano :), quello di Haka Anto :). Interessanti entrambi.

10/01/2006 08:31:00 PM  
Blogger gugl ha detto...

ma "congiuntivo" a chi l'hai detto?

grazie, anto sta venendo fuori anche in questo senso.

10/01/2006 08:59:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

M’hai riportato alla mente una drastica sentenza di Schopenauer “il mondo è un inferno, e tutti siamo a turno diavoli e anime dannate”.
Quanto ad ultraterrene compensazioni d’ingiustizie, perché non sperare? Troppi dati mancano all’analisi perché si debba caldeggiare una tesi piuttosto che l’altra, e poi qualcuno diceva “di là non si deve stare tanto male, difatti nessuno è mai tornato a lamentarsene!”. Io non credo si ponga rimedio ai torti subiti, se ci fosse qualcosa, cambierebbero le prospettive e i pesi, ciò che è stato forse apparirebbe come le angherie patite da bambini, che con la sopravanzata maturità viene paterna tenerezza per il nostro piccolo carnefice… erano giochi da bimbi! Più verosimilmente credo che la sola ricompensa sia nel fatto di non lasciare conti in sospeso, consapevolezza d’un buon operato, che rende meno spaventevole quel passo incerto.
I gatti non somigliano agli uomini… piuttosto alle donne.

10/02/2006 12:44:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

dormito quasi bene. dormito poco.

VP

10/02/2006 09:29:00 AM  

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