Tono minore
Come altre volte
nemmeno una parola
come altre volte
è meglio che non sappia.
Voltarsi per resistere
a quell'impeto invicibile
di voler piegar le cose
le strade le macchine e i pupazzi
gli armadi gli stracci ed i palazzi
ogni pulviscolo e frasario
tutto l'armamentario
ai miei pensieri
perchè sia di tutto un pugno
in un unico progetto
armonico e compatto
perfetto è l'atto d'ogni desiderio
ma l'universo guazzabuglio
ruota in ordine scomposto
che non c'è verso di poter
dare una piega al verso
nel senso che è deciso
che io stabilisco e dico
nel senso che sono
solo uno strumento
variabile di un suono
di una solita orchestra
e stono.
Marombra
nemmeno una parola
come altre volte
è meglio che non sappia.
Voltarsi per resistere
a quell'impeto invicibile
di voler piegar le cose
le strade le macchine e i pupazzi
gli armadi gli stracci ed i palazzi
ogni pulviscolo e frasario
tutto l'armamentario
ai miei pensieri
perchè sia di tutto un pugno
in un unico progetto
armonico e compatto
perfetto è l'atto d'ogni desiderio
ma l'universo guazzabuglio
ruota in ordine scomposto
che non c'è verso di poter
dare una piega al verso
nel senso che è deciso
che io stabilisco e dico
nel senso che sono
solo uno strumento
variabile di un suono
di una solita orchestra
e stono.
Marombra
17 Commenti:
l'unico problema è che secondo me non è proprio da tono (in) minore
VP
in che senso Virgin?
leggasi la domanda con falso tono innocente-stupito, corredata da adeguato sbattito di ciglia stupefatte ;)
Grazie per la lettura. Sai non è mia abitudine spiegare i miei testi. Non mi piace, m'imbarazza e soprattutto, focalizza un senso che sempre scampo.
La poesia, o le parole se così vogliam chiamarle, escono dalle mie dita senza alcuna intenzione, se non quella di lasciarmi. Non chiedermi di riprenderle, fatti suggerire dalla tua sensibilità la strada che in te devon prendere...se devono, quando vuoi.
Un saluto, Francesca
L'inizio è bello, scorrevole ed incisivo ma la parte finale si scompone e decade anche se l'idea c'è.
ruota in ordine sparso
e non c'è verso che prenda
la piega giusta.
Quale strumento
variabile di un suono
di una solita orchestra
non seguo lo spartito
e inevitabilmente stono.
Che strano Artur, io la penso esattamente all'opposto, parte in sordina e poi decolla il senso e si chiude con quel "e stono" praticamente perfetto :)
Si accettano proposte di modifica, dai su articola e moltiplica.
Abbraccio
Mashima, che piacere inaspettato averti qui!
Il senso invece nelle mie poesie c'è sempre, a volte più oscuro, altre come in questo caso, a mio avvso lampante, non per niente VP, ha capito al volo :) è sempre denso e complesso. E' questo uno dei motivi per cui trovo l'esprimersi poeticamente uno strumento meraviglioso potente e incisivo nel quale poter scaricare tutta la forza che mi divora.
http://utenti.quipo.it/base5/testmania/testbeatrice.htm
Il test l'ho rifatto, Artur, perchè lo conoscevo già, la prima volta i risultati sono stati impressionantemente quelli previsti, stavolta non proprio, evidentemente il notro cervello messo sull'avviso sviluppa meccanismi di difesa.
Antonio, VP, (e gli altri due o tre) andate a fare il test, e poi fatemi sapere. hihihihi :)
Alivento non ho detto che le mie poesie non hanno senso ma, solo che non voglio spiegarlo (quel senso).
:-)
Saluti, Francesca
capisco, Francesca :)
a mia volta invece volevo precisare il mio commento nel senso che ultimamente mi sento più io preda della poesia che essa strumento nelle mie mani
Resterò io
(ombra di cane o erbamara)
tirando sassi contro il vento
nelle notti straniere
assediato dall’edera invadente
e dai brividi umidi
della stanza sgombra
immobile
come il nero delle montagne
frustato dalla pioggia
anche il mio corpo resterà
solo
con il tuo nome di carne
e di buio
nelle mani fredde
e con parole assurde sulle labbra.
(Gëzim Hajdari)
Non vivo nessun conflitto tra il mito della mia nazione e il mito d’Europa.
Io sono, al tempo stesso, Albania e Europa.
Accetto il mio nomadismo.
I confini li perdo e li ritrovo, anzi distruggo i confini; sono distruttore di confini.
A volte rivendicare i propri confini, le proprie bandiere, le proprie culture, le proprie radici, non sempre unisce […].
Gëzim è la mia identità e il mio corpo è la mia patria; anzi io creo ogni giorno una nuova patria in cui muoio e rinasco.
prova di non commento
sono a corto d'idee, di tempo e d'ispirazione, dunque non posto niente, però Vi saluto tutti affettuosamente
ali, colpa mia?
non lo so.
Se ti dicessi si farei torto a quelli che ogni giorno nel mondo che ho attorno provvedono al piccolo massacro del mio spirito, se ti dicessi no, farei torto al vero ed all'importanza che ti do.
Quando avevo il vecchio blog, in questi periodi postavo immagini.
mi piace questa, ha ritmo e slancio
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