Impoetica
Voler vagare anima preziosa
senza tempo
tra il presente e il mare
volere l’aria e l’acqua dentro
e le dita intinte nel bicchiere
a pescare le onde
senz’amo e senza canne
che non è cosa di carne
il piacere di averti
tra le cosce ténere
del ventre
a saziare l’isola dirotta
e dirompente
a spezzare di maglie e di catene
stoviglie piatti intatti isolamenti
a vibrar d’unisono diapason
del gong di zen in filo filamento
accordarsi sulle corde
e bere un movente davvero
interessante
proclamare una poetica d’intenti
ad esempio riciclare i bidoni
d’immondizia
in smalto verde brillante ecologista
e poi ancora vagar senza costrutto
tra questo tutto che deborda
morde i fianchi e tira l’alba
muove giochi dissennati
di dissesto e di giudizio
di poveri dannati e vati
libere parole siano
nel prato
siano liberi poeti e un grido
il fiato il rostro in petto
e l’uncino in cava pietra
e il dialetto
vivo
sia la lingua sola nostra
signora ed alter ego
ceppo solenne epico
d’ in finito infranto vetro
Marombra
senza tempo
tra il presente e il mare
volere l’aria e l’acqua dentro
e le dita intinte nel bicchiere
a pescare le onde
senz’amo e senza canne
che non è cosa di carne
il piacere di averti
tra le cosce ténere
del ventre
a saziare l’isola dirotta
e dirompente
a spezzare di maglie e di catene
stoviglie piatti intatti isolamenti
a vibrar d’unisono diapason
del gong di zen in filo filamento
accordarsi sulle corde
e bere un movente davvero
interessante
proclamare una poetica d’intenti
ad esempio riciclare i bidoni
d’immondizia
in smalto verde brillante ecologista
e poi ancora vagar senza costrutto
tra questo tutto che deborda
morde i fianchi e tira l’alba
muove giochi dissennati
di dissesto e di giudizio
di poveri dannati e vati
libere parole siano
nel prato
siano liberi poeti e un grido
il fiato il rostro in petto
e l’uncino in cava pietra
e il dialetto
vivo
sia la lingua sola nostra
signora ed alter ego
ceppo solenne epico
d’ in finito infranto vetro
Marombra
9 Commenti:
sviluppiamo un pò di spirito critico
c'è una cosa da dire su questa e decine d'altre mie poesie, non sono dotate dell'afflato infinito/indefinito, hanno un taglio netto e preciso
fanno male? qualcuno ne è ferito? disturbato? messo a disagio?
non è che dietro la forma presunta settecentesca si nasconda una politica del dissenso?
non è che dietro l'apparente ammiccamento sessuale si nasconda una chiara dichiarazione di preferenza e di fiducia che di sessuale non ha proprio niente?
non è che la libertà significa anche non voler intruppare, classificare, giudicare e decidere nè che altri lo facciano?
siete liberi di farlo per carità e chi sono io per poterlo vietare? d'altra parte che alternativa metodologica posso offrire? però ai miei referenti in campo sono o non sono libera di esprimere il mio parere sull'argomento?
abbracci sparsi
Sempre quattro pezzi sono.
Il primo è possesso della Natura
Il secondo è possesso di corpo e anima
Il terzo è possesso della tecnica
Il quarto è possesso del linguaggio
ecco fabry, ti aspettavo :)
artur la tua lettura schematica mi attrae molto, ogni poesia è un ragionamento che essa possa procedere con lo sviluppo logico che tu esponi è estremamente probabile, infatti è scritta di getto e dopo ritoccata, dunque potresti aver ragione, il tema del possesso, o più esattamente del controllo, è uno dei miei temi preferiti :)
grazie a entrambi dell'attenta lettura
sbaglio o l'hai cambiata? ora mi sembra molto meglio. a.
anto, occhio clinico, ho tolto solo due "e" nella quarta strofa, ce n'erano troppe!
bellissima poesia, Ali! ....mi piace soprattutto l'ulmima stanza...erminia
oh supernaturali! :)
è sempre un piacere averti qui
grazie dell'apprezzamento
Trovo interessante lo sviluppo proposto da Artur a cui mi permetto di aggiungere una piccola devianza dal mio punto di vista:
la quarta strofa mi sembra più (impropriamente) possesso "dal" linguaggio, nel senso di un invasamento necessario nel fare poetico "sia la lingua sola nostra
signora".
Bella la paronimia tra "canne" e "carne" come ipotesi di corpo e di verticalità in vista del trascorrere dei venti ma con l'intenzione di possedere l'altro radicandone l'idea nel desiderio.
Come pure tra "dissennati" e "dissesto" come se la privazione del giudizio sia indicativo della instabilità cui vanno incontro i due nella loro unione (sono due?).
Bella anche la chiusa della seconda "bere un movente davvero/interessante"
Ciao Ali cara
:)
Sai cosa mi piace di te Marco Casentero? che noti quello che noto io, che ti piace quello che piace a me, che cioè quindi perciò ci sia tra te e me comunità di visione e giudizi senza preventiva comunicazione.
Ecco perchè insisto sii presente, non qui ma anche altrove, è come se in parte ci fossi anch'io, le mie idee.
OK?
Nella poesia le persone in relazione sono tre, ma non è un triangolo. :)
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