3.06.2007

Permanenza

E il bolo s’incantò
nel gozzo
senza trovare uscita
liberatoria via di fuga
in discesa laterale risalita
cuneo massa s’incastrò
nel vomito tradimentoso
per ristagno portentoso
del riflusso cuore vita.
S'involò la trave al nulla

predisposto
al pari di farfalla saporita
in pietra succo
avido stordito
giglio ostetrico ostensorio
taglio alto alla giuntura
cinta al collo da cucire
succhiò l'utero al salasso
incavato in permanenza
l’altro parto dell’incendio
che si schianta sull’abisso.


Marombra

10 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao Ali...nienta male questa...le rime nel verso corto andrebbero eliminate perchè danno troppo un senso di filastrocca...ma sei sulla tua lunghezza...

3/08/2007 10:53:00 PM  
Blogger Alessandro Ghia ha detto...

d'accordo sulle rime con giacomo; rivedrei pesantemente la seconda parte, alcuni versi, a pare mio, stonano: potresti renderla assai più pungente.
ciao,
alessandro

3/09/2007 06:07:00 AM  
Blogger Nadina Spaggiari ha detto...

oddio.

3/09/2007 02:06:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Ciao Giacomo, Alessandro, Swan!
Che dire se non che avete ragione?
Mi ero collegata stamani presto per rimettere questo testo in bozza, ma ho trovato i vostri commenti e non ho voluto sacrificarli.
Solo ora ho modo di rispondervi.
Ammetto d'aver avuto premura a postare "Permanenza", essa entra a far parte di una comunicazione (sono reduce da una rilettura attenta della famosa intervista a Fortini su che cos'è la poesia) che, a mio avviso, era necessaria ed urgente.
Il testo ora è modificato, migliorato ma non perfetto, però per me, che ne sono autrice è finito, lavorato abbastanza da vedere la luce, pertanto non modificherò altro.
Con affetto a tutti.

PS. Swan "oddio" lo dicono le signore bene quando si scandalizzano; dovevi scriverlo sull'altra: "Innesto", lì si che ci stava bene! ;)

3/09/2007 03:47:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

ciao ali prima di scrivere il commento vorrei sapere se è questa la versione definitiva. è inutile parlarne se l'hai cambiata. a.

3/09/2007 04:54:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

anto, scusa i miei limiti intellettivi. Mi spiego meglio.
Che vuol dire è inutile discuterne se l'hai cambiata? E' utile discuterne in ogni caso, ma se il tuo discuterne mira a far in modo che io la cambi, mi sembra che ho già risposto nel commento 4: non farò nessun cambiamento in ogni caso.
Ora parla liberamente, se ti va, poi ti dirò altro.

3/09/2007 08:32:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

mi permetto di dirti ciò che non mi piace (a me eh!) perchè so che non dispiace che si discuta dei tuoi testi. non mi piace nel gozzo, metterei in gola, mi piace s'incantò... insomma ci metti troppo troppo certe volte. e poi non l'ho capita. scusami. a
:-))

3/09/2007 08:55:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

Il gozzo resta gozzo perchè gozzo è qualcosa che ti strozzo :) capito?!

Voglio dire che dà molto di più il senso di soffocamento causato da qualcosa che ti si pianta in gola. Inoltre gola è molto sfruttato poeticamente ormai l'uso solo quando scrivo in "trance".
Questa è una poesia mista: dall'inizio fino a vita scritta d'impulso, il resto, specie la chiusa lavorato.
La lavorazione s'è conclusa nel primo pomeriggio e l'ho sostituita alla versione iniziale che era, negli ultimi due tre versi priva dei giusti tempi. Il resto è rimasto in pratica intatto. Circa il senso Antonella sta in tutto quello che non si capisce. ;)
La prima parte mi pare chiara. La seconda un po' meno.
La trave è quella del vangelo. La pietra si spreme per trarne succo. Il giglio è simboli di purezza ostetrico e ostensorio sono usati in senso contrapposto: dentro fuori, interno esterno.
Il taglio la giuntura il salasso espressioni di frattura. La chiusa voleva spiegare la nascita di qualcosa che però è un continuo precipitare.
Insomma Anto che mi fai spiegare la poesia? Lo sai meglio di me che ogni poesia ha bisogno dell'interpretazione ma nessuna interpretazione esaurisce la poesia (cit. Fortini)

3/09/2007 09:24:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

grazie per la spiegazione ali, hai ragione, non si spiegano le poesie. per me è qualcosa che non riesci a trattenere più, una casa col tetto e con la trave che non regge, la pietra è l'utero, il taglio è cesareo, vabbè è un enigma :-) in effetti i versi della seconda parte sono tutto un precipitare. ciao alla prossima.

3/09/2007 10:19:00 PM  
Blogger alivento ha detto...

mi sembra allora che ne hai colto abbastanza un senso, anche fosse un senso tutto tuo.

baci

3/10/2007 10:02:00 AM  

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