3.31.2007

La carota

E’ bellissima questa carota
mostrata ad ogni circostanza
l’apparenza della riverenza
il dolce sventolare di una mosca
fastidiosa e roca
il filo dell’asino tirato
a lucido sul piatto
il mulo che sul dorso
sostiene basto e soma
la gomma ceralacca
la fiacca che ci fa piegare
il busto l’ali il cuore
e piangere nell’ileo d’ intestino
a tratti rapidi e lamponi
una meravigliosa pasqua
dolce di rame in bocca
barbabietola che il fegato rapprende
in ruggine dal succo rutilante
e spreme affetta e raschia
il tubero centrifuga
in vena di radica melliflua.


Marombra

3.29.2007

Discorso amoroso

Non dimenticate di seguire sulla rivista telematica Tellus folio la rubrica "Discorso amoroso"; è stato appena pubblicato il mio terzo discorso "Di amore e vita di amore e morte " che ci terrei molto leggeste, è intenso e commenta, credo adeguatamente, il capolavoro di Antonia Pozzi "La vita sognata".
E poi ci sono altri articoli interessanti che consiglio di leggere.

3.28.2007

In ratiochat


La fragola era un’idea approssimativa e strana
un tatuaggio intermittente la gengiva
la lingua che mordeva secca
la tagliola e quella che rinchiusa
sprofondava ancora e ancora in gola
nell’ulcera godendo di piacere.

E sorprende il passaggio cerebrale
il negare assistito dell’irrazionale
l’inesistenza i sensi da pianificare
il contatto primordiale la scintilla
la vera conoscenza l’ego sum
nel profondo delle tarme brame
le larve che risucchiano ogni acume
al guado il tappo di cerume.

Voltarsi indietro all’ombra del castagno
in altro travestirsi d’avvenenza
che il mistero è un gioco trabocchetto
un darsi a spicchi un ballo minuetto
una mossa al campionato giro danza
capriola di un etto di freschezza

in tumulto di lucciole e stupore

3.26.2007

Tendenze

E' scoppiata un'epidemia dentro e fuori dei libri. I focolai sono sempre più numerosi. Il morbo si chiama resoconto sentimentale, diario intimo, autobiografia..." così comincia un articolo sull'Espresso n. 12 di questa settimana, dal titolo "Ti regalo la mia vita", che esalta la propensione all'autobiografismo che si sta affermando nella letteratura attuale. Perchè il pubblico, pare, abbia sempre più sete di sentimenti vissuti; più che una tendenza questa sembrerebbe l'inizio di una nuova epoca in cui sia da preferire il racconto di un'emozione provata dall'autore alla narrazione di fantasia. L'articolo prosegue più avanti. Qualcosa di analogo accade anche in rete. Tutti sanno ormai cosa sono i blog, ma qui vorrei riconsiderarne due caratteristiche: il diarismo ed il rapporto singolo-molti. Anche i blog più impersonali sono involontariamente diaristici: snocciolando giorno per giorno articoli, citazioni, rassegne stampa, rivelano un'evoluzione del loro autore, un avvicendarsi dei suoi interessi, umori, sentimenti. L'io che ne viene fuori è un addetto al bollettino pubblico di sè stesso, un giornalista di sè che fa sapere a tutti come si sente in rapporto al mondo, che cosa gli interessa oggi rispetto a ieri. Visitare un blog equivale a chiedersi: come sta? come si sente stamattina il tal dei tali? In più la possibilità per i visitatori di commentare il testo pubblicato, provoca spesso un dialogo. Il blogger è chiamato dai commentatori a rendere conto delle parole che ha messo in rete. Si crea così una coda, un "ultratesto" che prosegue e giustifica il testo rispondendo alle obiezioni. E qui è come se venisse spemuto fuori l'io che se ne stava nascosto nel testo. Nell'"ultratesto" delle risposte ai commenti, prende forma un io emotivo, permaloso o bonario: è lì che si stanano il suoi veri sentimenti. (p.123)
Ho riportato questa parte dell'articolo ritenendo che essa sia, per quanto non completa, veritiera. Non è completa perchè essendo finalizzata a dimostrare l'assunto dell'autobiografismo trascura di esaltare sufficientemente l'aspetto, pur forte e forse prevalente, della relazionalità, della libertà espressiva e di comunicazione, dello sviluppo di conoscenza e amicizia che avviene attraverso i blog. Ho riportato questo articolo perchè l'elemento dell'autobiografismo è stato oggetto di discussione su Erodiade ed Oboesommerso con riferimento alla poesia ed al contenuto autobiografico della stessa. Chiudo qui questa parentesi non poetica riportando una frase di Gianni Vattimo di un articoletto inserito nelle stesse pagine del settimanale che titola "Niente filosofia senza autobiografia" e dice "Ma per ogni filosofia davvero moderna, che non sia più dominata dall'ideale antico dell'oggettività da contemplare (le idee di Platone...), da "osservare" in senso descrittivo e in senso etico, dimenticandosi di sè, il riferimento alla vita vissuta del filosofo è un elemento essenziale". Ed io,senza trascurare di ricordare che il poeta è filosofo che non vuole argomentare il suo pensiero, ovviamente concordo.

In giusto

E’ il buco che mi fa impazzire
chi mi inoltra a getti infami
di sporcizia al largo
chi mi affoga e poi mi salva
gli occhi piccoli di male
da osservare in falso moto
disattento.

E’ l’albero maestro
il giusto il bene
il non ti faccio male
non uccido o rubo
è l’angelo purissimo di spade
che solleva l’emo e l’elsa
che piomba a ghigliottina
sulla testa senza pena
sulle spalle sulle gambe
e mozza grida taglia.
E' cosa giusta e santa
la vendetta è compiuta
infine altissima
e divina.


Marombra

Progetto lettura 19

In progetto lettura è la volta di Erminia Passannanti, che presenta e legge una breve ma efficace silloge di sue poesie che ben sintetizzano l'excursus della sua poetica nel tempo.
Vi raccomando l'ascolto qui sempre su oboesommerso.

Progetto lettura 18

Nel progetto lettura, potete ascoltare/leggere alcuni inediti di Pier Maria Galli, il suo modo inafferabile di far poesia dentro le cose qui , la voce in lettura è di iole toini.

3.21.2007

Sconcerto

Premono queste impazienze
rosate di carne
sollevano il cuore
come un cappello
a renderti onore
glassa di gloria e di nobiltà.

E farci caso cos’è la cicuta
cosa la stringa o l’astrolabio
avere un obolo da riversare
come una vedova la carità
avessi forza per farne dono
dentro i reparti di tenera età
sconcie le gambe scoperte e corte
alle pareti stanchezze d’ occhi.

Tu che sparisci dentro l’involto
io che contemplo nuvole e involucri
di giorni pigri stirati in asfalto
tempo che viene come le vene
da traghettare evaso di leve
oltre ogni remora verso la sponda
dondola il cuore nel suo remare
consunto d'onda.


Marombra

3.18.2007

Segno

Io che avrei potuto dire
quanti cani o anni
a suo piacere dire
il re è cretino
se resto morsa in seno
e dormo
dormo?
In vaso morto le radici
la terra all’aria capovolta
di solo sogno a petti aperti
variabili sfuggenti
che non ci sono dentro
a rinsaldare i lembi
in getti nudi di struggenti
innesti a tutto spiano
e tutto si resetta il senso
risentendo il tempo a tempo
che se ritorna in sesto lì
dentro il cervello
lo sballottamento interno
il fuori posto un foglio lento
a due centimetri da terra
un tonfo ciglio in mezzo
salta il guizzo lampo
d’incredibili bagliori
stelle dei tuoi occhi
sonno in senza tempo.

Marombra (l'immagine Matisse "Il sogno" 1940)

3.15.2007

T

Lo strappo elementare
di donne vuote la camicia
il cuore che riluce in croce
per queste mani d’oro
piccoline
come pioveva d’acqua il cielo
in ogni dove
acqua
sulla signora addormentata
com’era bella
sulla cravatta a fiorellini
l’arpa
bella ogni cosa
che la contornava
sostare lì per ore
nel luogo tra le gambe
i tavolini
ore a stemperare
latte e litri di colore
nei bicchieri
schiuma sulle labbra
bianche di parole
da succhiare.


Marombra

3.14.2007

In Tellus

Non mi chiedete come sia finita qui perchè di questa cosa sono sinceramente sorpresa, incuriosita e trepidante, ma date un' occhiata e commentate, se potete, propro lì, in prima pagina, sulla Rivista telematica Tellusfolio a fare un "Discorso amoroso".

3.10.2007

Link io

Nel caso vi foste stancati di leggermi in poesia, leggete qualcosa di mio in prosa, su Erodiade qui; però non c'è scampo, la poesia c'entra sempre invariabilmente.

Mimosa

E’ nel corpo profilattico
che incalza e sbatte
che muggisce e s’alza
che fionda lo stantuffo
vibra scrive
che intinge nel letargo
lento tango
e mugugna brontolando
lardo.
Dopotutto dice
era un retaggio
un colostro raggrumato
un rancio giallo
un muro di rimpallo
trottolino sempre in piedi
temperamine di metallo.
Era un sorso di vino
un colore pastello il rimpiattino
era un pasto completo
l’intero mancante
il sole ogni mattina
la sella del cavallo
era un largo cielo di mimosa
vibrantemente vorticante
esploso giallo.


Marombra

Progetto lettura 17

Adesso per il Progetto lettura è la volta di Stefano Lorefice con una sua composizione "L'esperienza della pioggia" formata da più testi, pubblicata qui e letta dallo stesso autore.

Progetto lettura 16

Anche se, a causa di impegni personali, segnalo con ritardo l'aggiornamento del progetto lettura, consiglio vivamente di leggere Matteo Fantuzzi, qui, su Oboesommerso, ed ascoltare dalla voce di Anila Resuli la lettura delle sue poesie tratte da "Kobarid".

3.06.2007

Permanenza

E il bolo s’incantò
nel gozzo
senza trovare uscita
liberatoria via di fuga
in discesa laterale risalita
cuneo massa s’incastrò
nel vomito tradimentoso
per ristagno portentoso
del riflusso cuore vita.
S'involò la trave al nulla

predisposto
al pari di farfalla saporita
in pietra succo
avido stordito
giglio ostetrico ostensorio
taglio alto alla giuntura
cinta al collo da cucire
succhiò l'utero al salasso
incavato in permanenza
l’altro parto dell’incendio
che si schianta sull’abisso.


Marombra

3.05.2007

Bis in idem

I wish a woman's wish
to be in the soft bed
sweetly smelling
quickening my heart
do not forget
to move your hands
slowly
light as wings


the empty talk
the glass
the tears falling
soundlessly
the ordinary erased
the useless pot
still on the cooker


write two words
every day
be happy first thing
smiling
everything beautiful
single slowly softly
dies


Ringrazio William Wall della traduzione

3.03.2007

In vaso

Ballando con le braccia pesanti
a cintura sui fianchi
attingo come a un vaso di luce
col cucchiaio forato
tazze in brodo di larve.
Come invecchiano questi tuoi occhi
infossati tra mille rivoli
di pelle amata
e nel buco che perfora tondo
l’anfora del petto
al centro esatto d’ogni notte
gola sprofondata d’ogni cosa
sere minute vene scritture
strozzature
gli annunci funerari
lazzi natali e volgari
l’armatura
la bozza cagliata di risposta
scodellata come ricotta calda
in bocca
sul pelo bianco d’ultimo nato
un cuscino di gelsomino
addormentato.


Marombra

3.02.2007

Preghiera

Quando mi dai la tua piccola mano
che tante cose non dette contiene
ti ho forse chiesto solo una volta
se mi vuoi bene?

L'amore tuo vedi, non voglio,
voglio soltanto saperti vicina
e che tu mi dia tacita e lieve
la tua manina

Hermann Hesse

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