5.07.2007
4.21.2007
Per ora
Non sparisco del tutto. La mia attività di pubblicazione proseguirà su tellusfolio.it nella rubrica "Discorso amoroso" e su Oboesommerso come moderator del Progetto lettura.
Saltuariamente su qualcuno dei blog che elenco di seguito in cui sono coautrice .
Erodiade
Foglidiparole
Poetienon
Caz
Pensierivagabondi
Libriedintorni
Volobliquo
Rael is real
Rossovenexiano
Filmagazine
Aforzadesserevento
Merlino93
Saltuariamente su qualcuno dei blog che elenco di seguito in cui sono coautrice .
Erodiade
Foglidiparole
Poetienon
Caz
Pensierivagabondi
Libriedintorni
Volobliquo
Rael is real
Rossovenexiano
Filmagazine
Aforzadesserevento
Merlino93
4.16.2007
Adieu
Pensai che fosse Adieu e lo dissi. Per il suono bello di parola.
Non francese nè italiano la pensavo sotto mano in tutt’altre faccende affaccendata. Affascinata. Uscire dalla bocca dal naso nella piazza. C’entro stanza in centro casa nella doccia nella strada nella pancia.
Che non è prezzemolo tritato detto scontato e poi soffritto del dio presso presunto dappertutto, che poi dopotutto ci arriviamo in fine a quella meta della corsa col fiatone al filolana e che sia lontana lontana lontana.
Che non è definitività e sconcerto. Non di tessuto un orlo di chiusura per trama di reciso ordito.
Non il tratto sfilacciato in O serrata che a labbra strette blocca gli occhi dritti al vetro fissi e aperti. Il nero che dal cielo cala a seppia e falce rozza vibra in morso e mozza.
Non è filo alle Parche filato e tagliato. Non è l’appuntamento mancato al fiume al lago nel regno perduto di là da venire. Sali scendi di nuvole e frigo intinto nel mare finito. L’oltre finto infinito infinitamente cessante. La morte.
Adieu è come andare verso un presso e lungo un luogo. Luogo d’eu che sa di buono e caro come pane con saluto che s’impregna di partenza e lento movimento da sfrenare.
Allentare dolce presa che rilascia e lascia andare ogni intermezzo noi di cosa perché vada poi per suo cammino serenamente insieme e bene.
Non francese nè italiano la pensavo sotto mano in tutt’altre faccende affaccendata. Affascinata. Uscire dalla bocca dal naso nella piazza. C’entro stanza in centro casa nella doccia nella strada nella pancia.
Che non è prezzemolo tritato detto scontato e poi soffritto del dio presso presunto dappertutto, che poi dopotutto ci arriviamo in fine a quella meta della corsa col fiatone al filolana e che sia lontana lontana lontana.
Che non è definitività e sconcerto. Non di tessuto un orlo di chiusura per trama di reciso ordito.
Non il tratto sfilacciato in O serrata che a labbra strette blocca gli occhi dritti al vetro fissi e aperti. Il nero che dal cielo cala a seppia e falce rozza vibra in morso e mozza.
Non è filo alle Parche filato e tagliato. Non è l’appuntamento mancato al fiume al lago nel regno perduto di là da venire. Sali scendi di nuvole e frigo intinto nel mare finito. L’oltre finto infinito infinitamente cessante. La morte.
Adieu è come andare verso un presso e lungo un luogo. Luogo d’eu che sa di buono e caro come pane con saluto che s’impregna di partenza e lento movimento da sfrenare.
Allentare dolce presa che rilascia e lascia andare ogni intermezzo noi di cosa perché vada poi per suo cammino serenamente insieme e bene.
4.10.2007
L'una
Viene come viene il vuoto
all’una certo in centro petto
pugno oltre ogni dire
moscerino o c’era un patto
che in preghiera sconsolata
si fa lago di lacrime negli occhi.
Ci sarà il momento giusto
punto e basta
che implodendo d’un tratto
a destra a manca
l’astro tutto sparirà sotto il tappeto
spalancando di biscia gli ossi buchi
inghiottendo grossi sorsi
a litri di cerotti rossi
su binari costruiti senza strappi
coi treni che sferragliano di sopra
sussultando di saliva
in contro scarto.
La scossa più forte da aspettare
e zac malinconia d’acciacco
una piccola mano nuda
sguscia dal gemito distacco
grani sulla schiena obesa
da succhiare di lametta.
Marombra
all’una certo in centro petto
pugno oltre ogni dire
moscerino o c’era un patto
che in preghiera sconsolata
si fa lago di lacrime negli occhi.
Ci sarà il momento giusto
punto e basta
che implodendo d’un tratto
a destra a manca
l’astro tutto sparirà sotto il tappeto
spalancando di biscia gli ossi buchi
inghiottendo grossi sorsi
a litri di cerotti rossi
su binari costruiti senza strappi
coi treni che sferragliano di sopra
sussultando di saliva
in contro scarto.
La scossa più forte da aspettare
e zac malinconia d’acciacco
una piccola mano nuda
sguscia dal gemito distacco
grani sulla schiena obesa
da succhiare di lametta.
Marombra
4.07.2007
Progetto lettura 21
Di seguito a questo link il Progetto lettura propone Fabrizio Centofanti in cinque pregevoli indediti letti dal gruppo "Teatro finestra" (mix di Antonio Vasselli). Da leggere e ascoltare.
Progetto lettura 20
Segnalo cinque poesie di Giovanni Nuscis (da "In terza persona" Manni editore), qui in lettura di Rita Bonomo da ascoltare su Oboesommerso.
4.06.2007
Mihi
Nun ce lo gibi gibilem
un cadi satta satta rem
imperformante massi casutra
anda cadave salena in tana
e datu a notti lavacri infiera
sinerva pena traciminante
prismata muri sacra intravati
arrocca suora sorta velata
anvasta nova impreversante
nivera mihi divelaniante.
.
.
.
.
.
.
(il testo è un automatismo espressivo
in lingua inesistente)
un cadi satta satta rem
imperformante massi casutra
anda cadave salena in tana
e datu a notti lavacri infiera
sinerva pena traciminante
prismata muri sacra intravati
arrocca suora sorta velata
anvasta nova impreversante
nivera mihi divelaniante.
.
.
.
.
.
.
(il testo è un automatismo espressivo
in lingua inesistente)
3.31.2007
La carota
E’ bellissima questa carota
mostrata ad ogni circostanza
l’apparenza della riverenza
il dolce sventolare di una mosca
fastidiosa e roca
il filo dell’asino tirato
a lucido sul piatto
il mulo che sul dorso
sostiene basto e soma
la gomma ceralacca
la fiacca che ci fa piegare
il busto l’ali il cuore
e piangere nell’ileo d’ intestino
a tratti rapidi e lamponi
una meravigliosa pasqua
dolce di rame in bocca
barbabietola che il fegato rapprende
in ruggine dal succo rutilante
e spreme affetta e raschia
il tubero centrifuga
in vena di radica melliflua.
Marombra
mostrata ad ogni circostanza
l’apparenza della riverenza
il dolce sventolare di una mosca
fastidiosa e roca
il filo dell’asino tirato
a lucido sul piatto
il mulo che sul dorso
sostiene basto e soma
la gomma ceralacca
la fiacca che ci fa piegare
il busto l’ali il cuore
e piangere nell’ileo d’ intestino
a tratti rapidi e lamponi
una meravigliosa pasqua
dolce di rame in bocca
barbabietola che il fegato rapprende
in ruggine dal succo rutilante
e spreme affetta e raschia
il tubero centrifuga
in vena di radica melliflua.
Marombra
3.29.2007
Discorso amoroso
Non dimenticate di seguire sulla rivista telematica Tellus folio la rubrica "Discorso amoroso"; è stato appena pubblicato il mio terzo discorso "Di amore e vita di amore e morte " che ci terrei molto leggeste, è intenso e commenta, credo adeguatamente, il capolavoro di Antonia Pozzi "La vita sognata".
E poi ci sono altri articoli interessanti che consiglio di leggere.
E poi ci sono altri articoli interessanti che consiglio di leggere.
3.28.2007
In ratiochat
La fragola era un’idea approssimativa e strana
un tatuaggio intermittente la gengiva
la lingua che mordeva secca
la tagliola e quella che rinchiusa
sprofondava ancora e ancora in gola
nell’ulcera godendo di piacere.
E sorprende il passaggio cerebrale
il negare assistito dell’irrazionale
l’inesistenza i sensi da pianificare
il contatto primordiale la scintilla
la vera conoscenza l’ego sum
nel profondo delle tarme brame
le larve che risucchiano ogni acume
al guado il tappo di cerume.
Voltarsi indietro all’ombra del castagno
in altro travestirsi d’avvenenza
che il mistero è un gioco trabocchetto
un darsi a spicchi un ballo minuetto
una mossa al campionato giro danza
capriola di un etto di freschezza
in tumulto di lucciole e stupore
un tatuaggio intermittente la gengiva
la lingua che mordeva secca
la tagliola e quella che rinchiusa
sprofondava ancora e ancora in gola
nell’ulcera godendo di piacere.
E sorprende il passaggio cerebrale
il negare assistito dell’irrazionale
l’inesistenza i sensi da pianificare
il contatto primordiale la scintilla
la vera conoscenza l’ego sum
nel profondo delle tarme brame
le larve che risucchiano ogni acume
al guado il tappo di cerume.
Voltarsi indietro all’ombra del castagno
in altro travestirsi d’avvenenza
che il mistero è un gioco trabocchetto
un darsi a spicchi un ballo minuetto
una mossa al campionato giro danza
capriola di un etto di freschezza
in tumulto di lucciole e stupore
3.26.2007
Tendenze
E' scoppiata un'epidemia dentro e fuori dei libri. I focolai sono sempre più numerosi. Il morbo si chiama resoconto sentimentale, diario intimo, autobiografia..." così comincia un articolo sull'Espresso n. 12 di questa settimana, dal titolo "Ti regalo la mia vita", che esalta la propensione all'autobiografismo che si sta affermando nella letteratura attuale. Perchè il pubblico, pare, abbia sempre più sete di sentimenti vissuti; più che una tendenza questa sembrerebbe l'inizio di una nuova epoca in cui sia da preferire il racconto di un'emozione provata dall'autore alla narrazione di fantasia. L'articolo prosegue più avanti. Qualcosa di analogo accade anche in rete. Tutti sanno ormai cosa sono i blog, ma qui vorrei riconsiderarne due caratteristiche: il diarismo ed il rapporto singolo-molti. Anche i blog più impersonali sono involontariamente diaristici: snocciolando giorno per giorno articoli, citazioni, rassegne stampa, rivelano un'evoluzione del loro autore, un avvicendarsi dei suoi interessi, umori, sentimenti. L'io che ne viene fuori è un addetto al bollettino pubblico di sè stesso, un giornalista di sè che fa sapere a tutti come si sente in rapporto al mondo, che cosa gli interessa oggi rispetto a ieri. Visitare un blog equivale a chiedersi: come sta? come si sente stamattina il tal dei tali? In più la possibilità per i visitatori di commentare il testo pubblicato, provoca spesso un dialogo. Il blogger è chiamato dai commentatori a rendere conto delle parole che ha messo in rete. Si crea così una coda, un "ultratesto" che prosegue e giustifica il testo rispondendo alle obiezioni. E qui è come se venisse spemuto fuori l'io che se ne stava nascosto nel testo. Nell'"ultratesto" delle risposte ai commenti, prende forma un io emotivo, permaloso o bonario: è lì che si stanano il suoi veri sentimenti. (p.123)
Ho riportato questa parte dell'articolo ritenendo che essa sia, per quanto non completa, veritiera. Non è completa perchè essendo finalizzata a dimostrare l'assunto dell'autobiografismo trascura di esaltare sufficientemente l'aspetto, pur forte e forse prevalente, della relazionalità, della libertà espressiva e di comunicazione, dello sviluppo di conoscenza e amicizia che avviene attraverso i blog. Ho riportato questo articolo perchè l'elemento dell'autobiografismo è stato oggetto di discussione su Erodiade ed Oboesommerso con riferimento alla poesia ed al contenuto autobiografico della stessa. Chiudo qui questa parentesi non poetica riportando una frase di Gianni Vattimo di un articoletto inserito nelle stesse pagine del settimanale che titola "Niente filosofia senza autobiografia" e dice "Ma per ogni filosofia davvero moderna, che non sia più dominata dall'ideale antico dell'oggettività da contemplare (le idee di Platone...), da "osservare" in senso descrittivo e in senso etico, dimenticandosi di sè, il riferimento alla vita vissuta del filosofo è un elemento essenziale". Ed io,senza trascurare di ricordare che il poeta è filosofo che non vuole argomentare il suo pensiero, ovviamente concordo.
Ho riportato questa parte dell'articolo ritenendo che essa sia, per quanto non completa, veritiera. Non è completa perchè essendo finalizzata a dimostrare l'assunto dell'autobiografismo trascura di esaltare sufficientemente l'aspetto, pur forte e forse prevalente, della relazionalità, della libertà espressiva e di comunicazione, dello sviluppo di conoscenza e amicizia che avviene attraverso i blog. Ho riportato questo articolo perchè l'elemento dell'autobiografismo è stato oggetto di discussione su Erodiade ed Oboesommerso con riferimento alla poesia ed al contenuto autobiografico della stessa. Chiudo qui questa parentesi non poetica riportando una frase di Gianni Vattimo di un articoletto inserito nelle stesse pagine del settimanale che titola "Niente filosofia senza autobiografia" e dice "Ma per ogni filosofia davvero moderna, che non sia più dominata dall'ideale antico dell'oggettività da contemplare (le idee di Platone...), da "osservare" in senso descrittivo e in senso etico, dimenticandosi di sè, il riferimento alla vita vissuta del filosofo è un elemento essenziale". Ed io,senza trascurare di ricordare che il poeta è filosofo che non vuole argomentare il suo pensiero, ovviamente concordo.
In giusto
E’ il buco che mi fa impazzire
chi mi inoltra a getti infami
di sporcizia al largo
chi mi affoga e poi mi salva
gli occhi piccoli di male
da osservare in falso moto
disattento.
E’ l’albero maestro
il giusto il bene
il non ti faccio male
non uccido o rubo
è l’angelo purissimo di spade
che solleva l’emo e l’elsa
che piomba a ghigliottina
sulla testa senza pena
sulle spalle sulle gambe
e mozza grida taglia.
E' cosa giusta e santa
la vendetta è compiuta
infine altissima
e divina.
Marombra
chi mi inoltra a getti infami
di sporcizia al largo
chi mi affoga e poi mi salva
gli occhi piccoli di male
da osservare in falso moto
disattento.
E’ l’albero maestro
il giusto il bene
il non ti faccio male
non uccido o rubo
è l’angelo purissimo di spade
che solleva l’emo e l’elsa
che piomba a ghigliottina
sulla testa senza pena
sulle spalle sulle gambe
e mozza grida taglia.
E' cosa giusta e santa
la vendetta è compiuta
infine altissima
e divina.
Marombra
Progetto lettura 19
In progetto lettura è la volta di Erminia Passannanti, che presenta e legge una breve ma efficace silloge di sue poesie che ben sintetizzano l'excursus della sua poetica nel tempo.
Vi raccomando l'ascolto qui sempre su oboesommerso.
Vi raccomando l'ascolto qui sempre su oboesommerso.
Progetto lettura 18
Nel progetto lettura, potete ascoltare/leggere alcuni inediti di Pier Maria Galli, il suo modo inafferabile di far poesia dentro le cose qui , la voce in lettura è di iole toini.
3.21.2007
Sconcerto
Premono queste impazienze
rosate di carne
sollevano il cuore
come un cappello
a renderti onore
glassa di gloria e di nobiltà.
E farci caso cos’è la cicuta
cosa la stringa o l’astrolabio
avere un obolo da riversare
come una vedova la carità
avessi forza per farne dono
dentro i reparti di tenera età
sconcie le gambe scoperte e corte
alle pareti stanchezze d’ occhi.
Tu che sparisci dentro l’involto
io che contemplo nuvole e involucri
di giorni pigri stirati in asfalto
tempo che viene come le vene
da traghettare evaso di leve
oltre ogni remora verso la sponda
dondola il cuore nel suo remare
consunto d'onda.
Marombra
rosate di carne
sollevano il cuore
come un cappello
a renderti onore
glassa di gloria e di nobiltà.
E farci caso cos’è la cicuta
cosa la stringa o l’astrolabio
avere un obolo da riversare
come una vedova la carità
avessi forza per farne dono
dentro i reparti di tenera età
sconcie le gambe scoperte e corte
alle pareti stanchezze d’ occhi.
Tu che sparisci dentro l’involto
io che contemplo nuvole e involucri
di giorni pigri stirati in asfalto
tempo che viene come le vene
da traghettare evaso di leve
oltre ogni remora verso la sponda
dondola il cuore nel suo remare
consunto d'onda.
Marombra
3.18.2007
Segno
Io che avrei potuto dire
quanti cani o anni
a suo piacere dire
il re è cretino
se resto morsa in seno
e dormo
dormo?
In vaso morto le radici
la terra all’aria capovolta
di solo sogno a petti aperti
variabili sfuggenti
che non ci sono dentro
a rinsaldare i lembi
in getti nudi di struggenti
innesti a tutto spiano
e tutto si resetta il senso
risentendo il tempo a tempo
che se ritorna in sesto lì
dentro il cervello
lo sballottamento interno
il fuori posto un foglio lento
a due centimetri da terra
un tonfo ciglio in mezzo
salta il guizzo lampo
d’incredibili bagliori
stelle dei tuoi occhi
sonno in senza tempo.
quanti cani o anni
a suo piacere dire
il re è cretino
se resto morsa in seno
e dormo
dormo?
In vaso morto le radici
la terra all’aria capovolta
di solo sogno a petti aperti
variabili sfuggenti
che non ci sono dentro
a rinsaldare i lembi
in getti nudi di struggenti
innesti a tutto spiano
e tutto si resetta il senso
risentendo il tempo a tempo
che se ritorna in sesto lì
dentro il cervello
lo sballottamento interno
il fuori posto un foglio lento
a due centimetri da terra
un tonfo ciglio in mezzo
salta il guizzo lampo
d’incredibili bagliori
stelle dei tuoi occhi
sonno in senza tempo.
Marombra (l'immagine Matisse "Il sogno" 1940)
3.15.2007
T
Lo strappo elementare
di donne vuote la camicia
il cuore che riluce in croce
per queste mani d’oro
piccoline
come pioveva d’acqua il cielo
in ogni dove
acqua
sulla signora addormentata
com’era bella
sulla cravatta a fiorellini
l’arpa
bella ogni cosa
che la contornava
sostare lì per ore
nel luogo tra le gambe
i tavolini
ore a stemperare
latte e litri di colore
nei bicchieri
schiuma sulle labbra
bianche di parole
da succhiare.
Marombra
di donne vuote la camicia
il cuore che riluce in croce
per queste mani d’oro
piccoline
come pioveva d’acqua il cielo
in ogni dove
acqua
sulla signora addormentata
com’era bella
sulla cravatta a fiorellini
l’arpa
bella ogni cosa
che la contornava
sostare lì per ore
nel luogo tra le gambe
i tavolini
ore a stemperare
latte e litri di colore
nei bicchieri
schiuma sulle labbra
bianche di parole
da succhiare.
Marombra
3.14.2007
In Tellus
Non mi chiedete come sia finita qui perchè di questa cosa sono sinceramente sorpresa, incuriosita e trepidante, ma date un' occhiata e commentate, se potete, propro lì, in prima pagina, sulla Rivista telematica Tellusfolio a fare un "Discorso amoroso".
3.10.2007
Link io
Nel caso vi foste stancati di leggermi in poesia, leggete qualcosa di mio in prosa, su Erodiade qui; però non c'è scampo, la poesia c'entra sempre invariabilmente.
Mimosa
E’ nel corpo profilattico
che incalza e sbatte
che muggisce e s’alza
che fionda lo stantuffo
vibra scrive
che intinge nel letargo
lento tango
e mugugna brontolando
lardo.
Dopotutto dice
era un retaggio
un colostro raggrumato
un rancio giallo
un muro di rimpallo
trottolino sempre in piedi
temperamine di metallo.
Era un sorso di vino
un colore pastello il rimpiattino
era un pasto completo
l’intero mancante
il sole ogni mattina
la sella del cavallo
era un largo cielo di mimosa
vibrantemente vorticante
esploso giallo.
Marombra
che incalza e sbatte
che muggisce e s’alza
che fionda lo stantuffo
vibra scrive
che intinge nel letargo
lento tango
e mugugna brontolando
lardo.
Dopotutto dice
era un retaggio
un colostro raggrumato
un rancio giallo
un muro di rimpallo
trottolino sempre in piedi
temperamine di metallo.
Era un sorso di vino
un colore pastello il rimpiattino
era un pasto completo
l’intero mancante
il sole ogni mattina
la sella del cavallo
era un largo cielo di mimosa
vibrantemente vorticante
esploso giallo.
Marombra
Progetto lettura 17
Adesso per il Progetto lettura è la volta di Stefano Lorefice con una sua composizione "L'esperienza della pioggia" formata da più testi, pubblicata qui e letta dallo stesso autore.
Progetto lettura 16
Anche se, a causa di impegni personali, segnalo con ritardo l'aggiornamento del progetto lettura, consiglio vivamente di leggere Matteo Fantuzzi, qui, su Oboesommerso, ed ascoltare dalla voce di Anila Resuli la lettura delle sue poesie tratte da "Kobarid".
3.06.2007
Permanenza
E il bolo s’incantò
nel gozzo
senza trovare uscita
liberatoria via di fuga
in discesa laterale risalita
cuneo massa s’incastrò
nel vomito tradimentoso
per ristagno portentoso
del riflusso cuore vita.
S'involò la trave al nulla
predisposto
al pari di farfalla saporita
in pietra succo
avido stordito
giglio ostetrico ostensorio
taglio alto alla giuntura
cinta al collo da cucire
succhiò l'utero al salasso
incavato in permanenza
l’altro parto dell’incendio
che si schianta sull’abisso.
Marombra
nel gozzo
senza trovare uscita
liberatoria via di fuga
in discesa laterale risalita
cuneo massa s’incastrò
nel vomito tradimentoso
per ristagno portentoso
del riflusso cuore vita.
S'involò la trave al nulla
predisposto
al pari di farfalla saporita
in pietra succo
avido stordito
giglio ostetrico ostensorio
taglio alto alla giuntura
cinta al collo da cucire
succhiò l'utero al salasso
incavato in permanenza
l’altro parto dell’incendio
che si schianta sull’abisso.
Marombra
3.05.2007
Bis in idem
I wish a woman's wish
to be in the soft bed
sweetly smelling
quickening my heart
do not forget
to move your hands
slowly
light as wings
the empty talk
the glass
the tears falling
soundlessly
the ordinary erased
the useless pot
still on the cooker
write two words
every day
be happy first thing
smiling
everything beautiful
single slowly softly
dies
Ringrazio William Wall della traduzione
to be in the soft bed
sweetly smelling
quickening my heart
do not forget
to move your hands
slowly
light as wings
the empty talk
the glass
the tears falling
soundlessly
the ordinary erased
the useless pot
still on the cooker
write two words
every day
be happy first thing
smiling
everything beautiful
single slowly softly
dies
Ringrazio William Wall della traduzione
3.03.2007
In vaso
Ballando con le braccia pesanti
a cintura sui fianchi
attingo come a un vaso di luce
col cucchiaio forato
tazze in brodo di larve.
Come invecchiano questi tuoi occhi
infossati tra mille rivoli
di pelle amata
e nel buco che perfora tondo
l’anfora del petto
al centro esatto d’ogni notte
gola sprofondata d’ogni cosa
sere minute vene scritture
strozzature
gli annunci funerari
lazzi natali e volgari
l’armatura
la bozza cagliata di risposta
scodellata come ricotta calda
in bocca
sul pelo bianco d’ultimo nato
un cuscino di gelsomino
addormentato.
Marombra
attingo come a un vaso di luce
col cucchiaio forato
tazze in brodo di larve.
Come invecchiano questi tuoi occhi
infossati tra mille rivoli
di pelle amata
e nel buco che perfora tondo
l’anfora del petto
al centro esatto d’ogni notte
gola sprofondata d’ogni cosa
sere minute vene scritture
strozzature
gli annunci funerari
lazzi natali e volgari
l’armatura
la bozza cagliata di risposta
scodellata come ricotta calda
in bocca
sul pelo bianco d’ultimo nato
un cuscino di gelsomino
addormentato.
Marombra
3.02.2007
Preghiera
Quando mi dai la tua piccola mano
che tante cose non dette contiene
ti ho forse chiesto solo una volta
se mi vuoi bene?
L'amore tuo vedi, non voglio,
voglio soltanto saperti vicina
e che tu mi dia tacita e lieve
la tua manina
Hermann Hesse
che tante cose non dette contiene
ti ho forse chiesto solo una volta
se mi vuoi bene?
L'amore tuo vedi, non voglio,
voglio soltanto saperti vicina
e che tu mi dia tacita e lieve
la tua manina
Hermann Hesse
2.28.2007
Metamorfico
Con piacere pubblico l'immagine creata da Roberto Matarazzo (per ispirazione tratta dalla poesia " Ne bis in idem") , dal titolo "ALIVENTO METAMORFICO PER VERSI ALATI" e come commento a questo suo "foglio colorato" le stesse parole dell'autore "ecco l'immagine che ho delineato per te.. giocando sulla metafora femminile, Alivento con i versi alati scritti da te come se lo fossero in un turbinio celeste fatto di colori.. in cui aleggia questa nudadonna_artista in via di trasformazione alata.. sorta di antico mito femminino dal sapore paganeggiante, forse.."
Vi invito a visitare il suo sito e il suo blog per ammirare altri suoi "fogli colorati" percepire l'importanza che egli attribuisce da sempre alle metamorfosi, sedimento del suo più profondo io.
Io dal canto mio lo ringrazio vivamente di questo pensiero/regalo/ispirato, chè lo scambio produttivo/creativo è arricchimento reciproco intellettuale e spirituale, e poi è la prima volta che un artista dell'immagine/colore mi regala una sua creazione, è un nudo d'autore! ;)
2.26.2007
Poesia da vedere
Certo qualcuno dei miei più affezionati lettori ricorderà quanto amassi costruire immagini e incollare su di esse le parole, ecco è una cosa che mi è rimasta nel cuore come forma espressiva articolata e d'integrazione tra testo- forme- colori, tra significato illustrato e quello verbalizzato.
E' mio piacere segnalarvi un'elaborazione che rappresenta un'evoluzione ancora più articolata di quelle elementari realizzate allora da me con mezzi semplici e fornisce un esempio/modello di potenzialità espressiva multimediale sapientemente realizzata da Giacomo Cerrai, gestore del blog Ellisse.
Questo è il link alla presentazione, in fondo al post "IL TESTO", su cui cliccare per il collegamento al file nel quale video audio ed effetti speciali si sposano per una sorta di immersione "sensuale" nella poesia. Per visualizzarlo occorre Macromedia Flash Player e un po' di pazienza perchè si carichi.
E' mio piacere segnalarvi un'elaborazione che rappresenta un'evoluzione ancora più articolata di quelle elementari realizzate allora da me con mezzi semplici e fornisce un esempio/modello di potenzialità espressiva multimediale sapientemente realizzata da Giacomo Cerrai, gestore del blog Ellisse.
Questo è il link alla presentazione, in fondo al post "IL TESTO", su cui cliccare per il collegamento al file nel quale video audio ed effetti speciali si sposano per una sorta di immersione "sensuale" nella poesia. Per visualizzarlo occorre Macromedia Flash Player e un po' di pazienza perchè si carichi.
2.25.2007
Innesto
A che pensavi di sapone
mentre ti assorbivo gli occhi?
mentre ti assorbivo gli occhi?
Forse non ti ho sentito entrare
ora spegni ti prego la luce
entrami fino in fondo dentro
ora spegni ti prego la luce
entrami fino in fondo dentro
sazio di silenzio
da sotto fino al petto
per favore
ripeti
lentamente il verso
e tu? e lei?
ed io?
io?
Inevitabilmente tua
come la giacca sulla spalliera
l’ombrello mai aperto
che c’era c’era
e pioveva pioveva
lacrimando briciole di marzapane
a ben rileggerti te che fremi
in vostro onore
da sentire trapassare il cielo
tergicristallo fermo di cotone
balsamo arroventato cotto
uovo sodo sbattuto a tutto tondo
inseminato senza eros
e rotto.
da sotto fino al petto
per favore
ripeti
lentamente il verso
e tu? e lei?
ed io?
io?
Inevitabilmente tua
come la giacca sulla spalliera
l’ombrello mai aperto
che c’era c’era
e pioveva pioveva
lacrimando briciole di marzapane
a ben rileggerti te che fremi
in vostro onore
da sentire trapassare il cielo
tergicristallo fermo di cotone
balsamo arroventato cotto
uovo sodo sbattuto a tutto tondo
inseminato senza eros
e rotto.
Marombra
2.24.2007
Hessercizio
Di traccia costante il percorso di stelle vissute. In luce si eterna triangolata dal basso a reggenza di un pietoso mistero. Metaforici occhi di amori perduti a guardarci dal cielo. Noi come vermi invischiati di spire sul ventre annodiamo più intenso dolore. Un fiore lucente s’accresce in splendore a figura imponente e sostegno. A far leva dal corpo al pensiero. L’assenza consuma di mancanza infinita le braccia. Allargate più in alto. Una stella sorride a distanza nel cono d'ombra incompresa. Respira col buio nostalgia d’ogni struggente notte.
(il testo qui sopra è un esercizio in prosa per impudica ispirazione dalla seguente poesia di Herman Hesse)
Maria
La propria traccia percorrono le stelle
inalterabili e incomprese!
Noi ci contorciamo in cento nodi
tu sali di splendore in splendore
Una base perenne è la tua vita!
Io non posso che tenderti le braccia
colme di nostalgia, dalla mia notte;
tu mi sorridi e non mi comprendi.
Hermann Hesse
(il testo qui sopra è un esercizio in prosa per impudica ispirazione dalla seguente poesia di Herman Hesse)
Maria
La propria traccia percorrono le stelle
inalterabili e incomprese!
Noi ci contorciamo in cento nodi
tu sali di splendore in splendore
Una base perenne è la tua vita!
Io non posso che tenderti le braccia
colme di nostalgia, dalla mia notte;
tu mi sorridi e non mi comprendi.
Hermann Hesse
2.23.2007
In arco
Io vi guardo ballare
ed a mia volta ballo
e il mio corpo ripete a memoria
movimenti del vostro danzare.
Vedi come guida e morso
frusta dorso in suo cavallo
perché tenga la riga alta
a lato la criniera
tu ricettacolo di tenerezza
entri per la prima volta
qui nel mio luogo riservato
centro di gravitazione sguardo
della solitudine inarcata
dimenticanza che tutto scorre
del passato
tenendo a bada la cavezza
squarciando veli di meningi sporche
tu dalla mia mano
ricevi per compenso
nella mia vanità leggera
bacio luccicante e una carezza.
Marombra
ed a mia volta ballo
e il mio corpo ripete a memoria
movimenti del vostro danzare.
Vedi come guida e morso
frusta dorso in suo cavallo
perché tenga la riga alta
a lato la criniera
tu ricettacolo di tenerezza
entri per la prima volta
qui nel mio luogo riservato
centro di gravitazione sguardo
della solitudine inarcata
dimenticanza che tutto scorre
del passato
tenendo a bada la cavezza
squarciando veli di meningi sporche
tu dalla mia mano
ricevi per compenso
nella mia vanità leggera
bacio luccicante e una carezza.
Marombra
Progetto lettura 15
Massimo Sannelli, apprezzato e noto poeta contemporaneo, arricchisce l'iniziativa di Roberto Ceccarini con la presenza e lettura di alcune sue prose poetiche e di una poesia di Pasolini. Su oboesommerso.
2.20.2007
Ne bis in idem
Voglio una cosa donna
dentro il letto
morbida
di pasta profumata
che mi riscaldi cuore.
Non smettere di pensare
muovi ad ali le mani
lentamente
svuota le chiacchiere
il bicchiere
le lacrime che scendono
senza far rumore
rassetta ogni grigiore
la pentola riusata
sul fornello
scrivi ogni giorno due parole
sii gioviale al primo incontro
sorridente
tanto ogni cosa bella
piano piano
muore.
lentamente
svuota le chiacchiere
il bicchiere
le lacrime che scendono
senza far rumore
rassetta ogni grigiore
la pentola riusata
sul fornello
scrivi ogni giorno due parole
sii gioviale al primo incontro
sorridente
tanto ogni cosa bella
piano piano
muore.
Marombra
Amplesso
Punti neri a macchia
di leopardo
come cuori lembi storti
che pompano l’afflusso
dentro gli occhi
di tamburo
ora che muori e sorgi
ora che batti i colpi
ora che scorri e scoppi
in lampi fratti di un due tre
secondi
che se rifletti appena
acchiappi finalmente
l’immagine agognata di quel sogno
che a bocce ferme hai atteso
per tre anni
a braccia aperte storte
grosse supine morte
adesso
che i seni sono nudi
rarefatti freddi specchi
polsi spogli nella stretta
di possesso.
Marombra
di leopardo
come cuori lembi storti
che pompano l’afflusso
dentro gli occhi
di tamburo
ora che muori e sorgi
ora che batti i colpi
ora che scorri e scoppi
in lampi fratti di un due tre
secondi
che se rifletti appena
acchiappi finalmente
l’immagine agognata di quel sogno
che a bocce ferme hai atteso
per tre anni
a braccia aperte storte
grosse supine morte
adesso
che i seni sono nudi
rarefatti freddi specchi
polsi spogli nella stretta
di possesso.
Marombra
2.17.2007
Stornello in controcanto
Del biglietto sola andata
la tariffa e' gia' pagata
ed ovunque poi si arriva
tanto vale che si viva
questa vita mia adorata
che' un'altra non c'e' data
per gentile concessione di T
la tariffa e' gia' pagata
ed ovunque poi si arriva
tanto vale che si viva
questa vita mia adorata
che' un'altra non c'e' data
per gentile concessione di T
2.16.2007
Epitaffio
Troverò pace un giorno
in fondo al nulla
estremo lembo
della luce estrema
che è cosa da nulla
ogni germoglio eretto
in coltre di granito
quando seme capovolto
brucia lento
al fuoco suggestivo
della vita.
Ad Arturin fondo al nulla
estremo lembo
della luce estrema
che è cosa da nulla
ogni germoglio eretto
in coltre di granito
quando seme capovolto
brucia lento
al fuoco suggestivo
della vita.
http://erodiade.splinder.com/post/10982631
http://erodiade.splinder.com/post/10995085
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2007/02/16/il-gattino-rosso/
Progetto lettura 14
Su oboesommerso dedicate qualche minuto qui alla lettura e all'ascolto di Luigi Romolo Carrino. Le poesie, tratte da alcune sue raccolte pubblicate, meritano. La sua voce pure.
2.14.2007
Dirotto
Cosa c’è d’altro
che fa di blatte
profezie
ci vuole sempre un foglio
bianco innaturale a dire
noi
che non sapremo più niente
di noi
spogliati incastri mortali
conati
il male accanito del male.
Cosa c’è d’altro
da dire
del pianto
quando tutto è già esposto
dirotto
d’incredibili stenti strozzati
standardizzati
gettata vista alla strada
l’affondo di spada
il collirio lo schermo l’andata
il fondale graffiato
la scia che si sfalda
nel lato che curva
a sinistra
del quasi giallo.
Marombra
che fa di blatte
profezie
ci vuole sempre un foglio
bianco innaturale a dire
noi
che non sapremo più niente
di noi
spogliati incastri mortali
conati
il male accanito del male.
Cosa c’è d’altro
da dire
del pianto
quando tutto è già esposto
dirotto
d’incredibili stenti strozzati
standardizzati
gettata vista alla strada
l’affondo di spada
il collirio lo schermo l’andata
il fondale graffiato
la scia che si sfalda
nel lato che curva
a sinistra
del quasi giallo.
Marombra
2.13.2007
2.11.2007
Stelle
Non sono le parole
a fare paura
loro sono sole
e piangono strette
la notte di terrore
in balia di uomini cattivi
ladri di bambini
crudeli ed assassini
masticate a forza in bocche
dalle labbra grosse e sporche
come fossero caramelle
di liquirizia pura
Parole ancora sono quelle
che duttili betulle
si piegano al pensiero
come lazo come burro
che le amo e le accarezzo
che stazionano nel fondo
poi risalgono in diapason
di brividi la pelle
dal cuore sopra il colle
d’un tratto così belle
si scagliano nel cielo
e sono stelle.
Marombra
a fare paura
loro sono sole
e piangono strette
la notte di terrore
in balia di uomini cattivi
ladri di bambini
crudeli ed assassini
masticate a forza in bocche
dalle labbra grosse e sporche
come fossero caramelle
di liquirizia pura
Parole ancora sono quelle
che duttili betulle
si piegano al pensiero
come lazo come burro
che le amo e le accarezzo
che stazionano nel fondo
poi risalgono in diapason
di brividi la pelle
dal cuore sopra il colle
d’un tratto così belle
si scagliano nel cielo
e sono stelle.
Marombra
2.09.2007
Adiemus
E' con piacere che segnalo ai miei lettori il sito del poeta irlandese William Wall, e, per fare anche una piccola sorpresa, in particolare questa pagina.
Progetto lettura 13
Il Progetto prosegue con la performance di Rita Bonomo qui trovate suoi "Quadri", poesie da leggere ed ascoltare.
2.07.2007
Progetto lettura 12
Sul blog gestito da Roberto Ceccarini è la volta di Silvia Molesini che legge alcune sue poesie tratte dalla raccolta inedita "Cahiér de doléances", 1995-2000.
Il tutto qui
Il tutto qui
2.06.2007
Barattoli
Riportami fin qui
al confine dei barattoli
raccontami di frottole
di anoressiche sartie
dimmi che t’amo vita
vita vita
vita mia
da morire t’amo
poi lasciami a dormire
trentaquattr’anni e oltre
al crocevia.
Contorcimi le mani e le budella
travasami la lingua dentro il petto
sfonda le riserve di benzina
passeggiami nel ventre
come ragnetto verde
abbevera la pelle dissecata
dalla brina
strizzami in abbraccio
colossale
chiaramente
a sfondo erotico sessuale
e sia l’alba
e sia argentina
speziato amor immenso
in sfoglia di margarina.
Marombra
al confine dei barattoli
raccontami di frottole
di anoressiche sartie
dimmi che t’amo vita
vita vita
vita mia
da morire t’amo
poi lasciami a dormire
trentaquattr’anni e oltre
al crocevia.
Contorcimi le mani e le budella
travasami la lingua dentro il petto
sfonda le riserve di benzina
passeggiami nel ventre
come ragnetto verde
abbevera la pelle dissecata
dalla brina
strizzami in abbraccio
colossale
chiaramente
a sfondo erotico sessuale
e sia l’alba
e sia argentina
speziato amor immenso
in sfoglia di margarina.
Marombra
2.03.2007
Sbocco
Quando piango
piango la mia morte
prima ancora
che essa avvenga
le volte che il respiro
si fa bianco volo
penso
figlio donna
madre uomo
le parole scritte come suono
d’ogni addio che si ripete
fino all’ultimo distacco
porta chiusa
e sbocco a delta
d’ogni morte.
Marombra
piango la mia morte
prima ancora
che essa avvenga
le volte che il respiro
si fa bianco volo
penso
figlio donna
madre uomo
le parole scritte come suono
d’ogni addio che si ripete
fino all’ultimo distacco
porta chiusa
e sbocco a delta
d’ogni morte.
Marombra
1.28.2007
1.27.2007
Desidero
ringraziare la poetessa Paola Lovisolo che sul suo blog ha postato la mia "Corpo" (nata dall'incontro con la sua poetica) per l'onore concessomi e l'attenzione.
Vi invito a visionare il post e la suggestiva foto dedicatami qui.
Vi invito a visionare il post e la suggestiva foto dedicatami qui.
Progetto lettura 11
Nel Progetto lettura su oboesommerso è l'ora di Anila Resuli, una poetessa a me cara, che è un piacere per gli occhi, da leggere e guardare, un piacere per le orecchie poterla ascoltare.